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Dallo Sugar Reef a Marte

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 16 settembre 2003

L'Associazione Astrofili Elbani, insieme alla Direzione dello Sugar Reef, ha organizzato una serata di osservazioni aperta al pubblico, dalla terrazza del locale in loc. La Trappola a Capoliveri, per giovedì 18 settembre dalle ore 22,00. Tempo permettendo (in caso di cielo nuovoloso la serata sarà comunque riproposta domenica 21), sarà un'occasione per gettare uno sguardo al pianeta Marte, star di quest'estate per le ottime condizioni di visibilità in cui si è venuto a trovare soprattutto nei giorni intorno alla fine di agosto; comunque ancora in questi giorni, nonostante Marte sia in allontanamento da noi, la visibilità del pianeta è buona e così sarà almeno per tutto il mese di settembre. L'enigmatico e affascinante pianeta rosso ha raggiunto il 27 agosto la minima distanza dalla Terra, circa 55 milioni di Km, record da almeno 60 mila anni ad oggi. Il fascino ed il mistero di Marte hanno origine da quando nella seconda metà del secolo scorso l'astronomo italiano Schiapparelli e l'americano P. Lowell asseriscono di aver osservato con il telescopio strutture simili a linee dritte in direzione poli - equatore ed interpretano queste come possibili imponenti opere idrauliche per convogliare l'acqua delle calotte polari verso le assetate regioni equatoriali a scopo di irrigazione per i campi di quelle regioni. Altri osservatori noteranno queste strutture ma l'americano Maunder e l'italiano V. Cerulli giustamente interpreteranno quanto osservato come illusioni ottiche, dovute alla difficoltà dell'occhio umano ad integrare in una immagine corretta particolari minimi al limite della visibilità, quali sono ad esempio le strutture visibili su Marte. Nonostante ciò ormai nell'immaginario collettivo Marte è diventato un pianeta che sicuramente ospita forme di vita intelligenti e su questo fioriscono leggende e racconti di fantascienza, fino allo storico episodio di follia e paura collettiva provocato dalla trasmissione radiofonica di O. Wells in cui si raccontava "in diretta" l'invasione della Terra da parte dei Marziani. A cancellare ogni ombra di dubbio sulla possibilità della presenza di forme di vita intelligente su Marte fu comunque necessario aspettare l'avvento dell'era spaziale e le foto e le analisi inviate dalle sonde scese sul pianeta: queste ci parlano di un pianeta dall'aspetto desertico e dove fanno da padrone il vento (fino a 400 km orari) e le tempeste di polveri e sabbia, ma anche sono presenti le grandi calotte polari di acqua e anidride carbonica ghiacciata, di varia estensione a seconda della stagione. Ma le imponenti strutture geologiche (sul pianeta sono presenti strutture come il vulcano Olympus Mons alto 27 km. con una base di 700 km. e la Valles Marineris, un canyon lungo 5.000 km. e largo fino a 100 km.) e quelli che quasi sicuramente sono gli enormi letti di fiumi e laghi oggi asciutti, ci rimandano ad un lontano passato in cui Marte era geologicamente molto attivo, molto più caldo, con una atmosfera molto più densa dell'attuale (attualmente la pressione è circa 6/1000 di quella dell'atmosfera terrestre) e con una grande abbondanza di acqua liquida. A differenza del nostro pianeta l'attività e il calore di Marte (essendo questo con una massa molto più piccola della Terra) sono ben presto diminuiti ed esauriti, l'atmosfera non è stata più rifornita di gas da quelli che erano i suoi serbatoi principali - le grandi eruzioni vulcaniche - e quindi è diminuita drasticamente la pressione atmosferica, fino ai valori attuali attuali, che non consentono la presenza consistente e stabile di acqua liquida in superficie, passando questa dallo stato ghiacciato allo stato gassoso direttamente e si sono abbassate le temperature venendo meno l'effetto serra. Il risultato è che oggi l'acqua è presente in prevalenza nelle calotte polari, ma, ormai è quasi accertato, è presente allo stato liquido anche nel sottosuolo: nonostante nel sottosuolo marziano si possano raggiungere temperature fino ad 80 gradi sottozero, lo stato liquido dell'acqua può essere assicurato dall'alta concentrazione di sali disciolti in essa (sali che abbassano di molto il limite di congelamento dell'acqua) e da un modesto apporto geotermico. Di tanto in tanto l'acqua liquida sgorga anche in superficie grazie ad eventi traumatici di natura tettonica o meteoritica ma, dopo aver scavato visibili ed evidenti canali di deflusso per qualche centinaio di metri o pochissimi chilometri, a causa della poca pressione atmosferica, evapora: questi canali sono stati fotografati, in particolare lungo i bordi interni dei crateri, per la prima volta dalla Mars Global Surveyor (2000). Viste le condizioni attuali dell'ambiente marziano, sono sicuramente possibili forme di vita microbiche, così come sono presenti negli ambienti estremi terrestri ed una delle prossime missioni su Marte sarà proprio volta alla ricerca dell'acqua nel sottosuolo marziano e alla ricerca di queste forme di vita presenti e ai fossili del passato. Ben lungi dall'aver dato un quadro esauriente della visione attuale di Marte nell'ambiente scentifico, l'associazione astrofili elbani rinnova l'invito per giovedì sera 18 allo Sugar Reef per osservare insieme il pianeta rosso (e non solo naturalmente) con i telescopi. Per informazioni: Daniele 0565/935534 - Andrea 916935


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