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Controcopertina - IDV Ceccobao come Conti vuole svendere una Toremar in attivo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 28 luglio 2010

Il presidente dell’Associazione Albergatori afferma: “Trasporti meno cari e tratte liberalizzate, si cominciano a vedere i frutti”. Da dove arrivi tutto questo suo ottimismo ci sfugge quindi proviamo a fare un’analisi dei fatti, per capire se ci siamo persi qualcosa. La dottoressa Paola Mancuso, in nome e per conto dell’Autorità Portuale di Piombino chiede al Garante per la concorrenza: “Cosa si deve fare, per far partecipare la Moby Lines alla gara di privatizzazione della Toremar?”. La risposta: si devono liberare il 20% degli slot al mercato. A questo punto, l’Autorità Portuale di Piombino trova quello che da sempre si è cercato invano negli anni passati: degli slot per l’Elba da concedere a una terza compagnia, 7 estivi e 8 invernali poi ridotti a 4 e 4. L’Autorità Portuale di Piombino garantisce che la gara sarà selettiva, per avere un armatore affidabile e credibile e per l’interesse del territorio che lo chiede con forza. Viene quindi fatta una gara, dove vince chi non possiede nemmeno i requisiti minimi per parteciparvi: la Blu Navy. La Blu Navy, vinti gli slot, li vende (pur non potendo) alla B N di Navigazione che li sta utilizzando. E l’Autorità Portuale di Piombino, di fatto, approva questo illecito. Non si possono vendere concessioni pubbliche, ricevute attraverso una gara, con una trattativa diretta e privata. La B N di Navigazione, con gli slot, riceve in dote un contratto per 7 anni con gli albergatori e la garanzia di circa 15.000 passaggi auto e 40.000 passeggeri all’anno per un valore di circa 1.000.000 di euro. I prezzi offerti dalla B N di Navigazione (anche quelli di convenzione) sono 2/3 volte superiori al prezzo comunemente applicato per qualsiasi altra rotta dell’alto Tirreno, ad eccezione di quella per l’isola d’Elba. Inoltre la B N di Navigazione utilizza una nave che, a causa dell’alto pescaggio, ha le eliche molto a fondo e il loro vortice riporta a galla dei fanghi rossi inquinanti (che ricordano quelli dello Scarlino) e scava sotto le banchine d’accosto, nell’indifferenza totale di autorità e cittadini. C’è qualcuno preposto a far analizzare il fango rosso che viene sollevato al passaggio della Primrose? C’è qualcuno preposto a controllare che un privato non danneggi un bene pubblico come le banchine? Altre domande scomode a cui non avremo risposta! Perché alle nostre domande non si risponde? Da quando la Primrose è in linea sulla Piombino Portoferraio, il fondo del porto di Portoferraio non si vede più. Perché l’acqua del porto di Portoferraio è sempre più simile a quella del porto di Piombino? Nel frattempo arriva all’Elba l’assessore ai trasporti della Regione, Luca Ceccobao, che, rinnovando il Riccardo Conti pensiero, ci dice: “La Regione non è un armatore, la Toremar sarà ceduta al 100%”. Ora si potrebbe obbiettare: la Regione non è nemmeno un Ferroviere, né un Tranviere, ma lo diviene per dare un servizio di pubblico trasporto ai suoi cittadini della così detta terra ferma. Per i cittadini dell’Arcipelago il trasporto avviene mediante i traghetti. La Regione che non provvede abbandona i suoi cittadini. Perché si svende un bene di noi tutti che produce utili? Perché una società attiva con una potenzialità eccezionale è dismessa? Perché la Regione rinuncia totalmente a una società che porta utili? È stato redatto un bando per mostrare interesse discriminante e indirizzato verso alcuni a danno di altri, si è mentito dicendo che la Toremar era una società in perdita, si sta mentendo dicendo che la vendita della Toremar è volontà della comunità europea; perché così poca trasparenza per la vendita di questo bene pubblico? La Toremar è una società minata negli anni da cattive gestioni interne e dall’ostilità esterna di autorevoli personaggi, più portati a correre dietro a qualsiasi armamento bufala che a tutelare e proteggere un bene di noi tutti come la Toremar, dagli appetiti speculativi, che faranno dell’Arcipelago la loro riserva privata di caccia all’utile aziendale. Mentre l’Italia dei Valori dell’isola d’Elba, attraverso i suoi rappresentanti alla Regione Toscana, sta portando all’attenzione del nuovo Consiglio Regionale la necessità di non privatizzare totalmente la Toremar, dell’opportuna valutazione della congruità dei prezzi delle tratte da e per l’Arcipelago, della corretta gestione degli slot e dei porti dell’isola d’Elba e di Piombino, del rilancio dello scalo della Pila e del sostegno per Elba Fly. Rimaniamo sorpresi nel leggere che i problemi non esistono: “Trasporti meno cari e tratte liberalizzate”. L’Italia dei Valori dell’isola d’Elba invita tutte le persone di buon senso e con amore per l’Arcipelago a fare uno sforzo congiunto per ottenere il nostro diritto alla mobilità e alla continuità territoriale a prezzi congrui e non discriminanti per noi, i nostri ospiti e le nostre merci. Chi afferma di vedere i “Frutti” forse vede la frutta intesa come ultima portata. Se lasciamo fare a certe teste, siamo davvero alla frutta…. ed è già sbucciata. Florio Pacini Italia dei Valori Isola d’Elba Dalla parte dei cittadini Solo una precisazione Florio: condivido molto di quello che hai scritto ma ti segnalo che pure tu ci "hai dato" con la storia dei supposti Fanghi Rossi di Piombino: una vicenda usata in chiave "elbanistica" oltre la nausea da chi poi non ha mai detto niente sulle schifezze giacenti sui fondali ferajesi, né dei ben più preoccupanti "container" affondati proprio dove si disperdevano i fanghi di Piombino, i quali peraltro, secondo le analisi ufficiali, erano stati dichiarati "inerti", e soprattutto per quanto "rossi" niente avevano a che vedere con i precedenti e vituperati "fanghi rossi di Scarlino" e con il biossido di titanio.


aethalia toremar nave

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