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A Sciambere della futura ariaccia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 24 luglio 2010

Il morto cammina. L’ipernano con il consueto giochino delle tre carte chiede l’impossibile in modo che i suoi inconcludenti oppositori possano gioire mentre lui ottiene quel che veramente vuole. E’ il gioco che continua da ormai quasi vent’anni e che, forse per la prima volta, sta mostrando la corda anche se non si vede nessuno che abbia il coraggio di tagliarla. La politica, si dirà, è questa. Piccoli passi per grandi obiettivi. Ma i grandi obiettivi, almeno sino ad ora, li ha raggiunti lo sparabufale, finalizzati sia e soprattutto a salvaguardare se stesso, sia a limitare i diritti individuali (di conoscenza, di istruzione, di mobilità sociale, di equità, di uguaglianza), sia a ridurre i diritti collettivi che i lavoratori dipendenti avevano conquistato nella seconda metà del secolo scorso. L’impasto ideologico delineato nell’ultimo ventennio ha come ingredienti fondamentali l’impunità della ricchezza in qualunque modo ottenuta, la furbizia dei legulei, l’istituzionalizzazione di strumenti quali la corruzione e il ricatto, l’irrisione della dignità e della responsabilità, il servilismo consacrato a stile di vita. Insomma una bella valanga di merda. C’è chi sostiene che siamo alla fine, che sia solo questione di mesi e, come per incanto, visto che non lo regge più nessuno, il venditore di fumo si ritirerà, magari accompagnato da qualche salvacondotto. Sarà così o si tratta per l’ennesima volta del sogno infantile di una opposizione malata, forse più blandamente, dello stesso delirio, in fondo desiderosa di farsi complice? Il mitile dubbioso Stimata Cozza La ritrovo con piacere anche se, mi consenta, un po' più sul depresso rispetto al suo usualmente vivace rappresentarsi. Anche io, mi perdoni, sono di quelli che iniziano a pensare che il sulta-nano si trovi (politicamente) nell'alternativa di campare poco o morire presto, ma la sensazione mi deriva più da un sentire "a pelle" che da una analisi "politica" perché, concordo sul punto con lei, se si aspettasse un disarcionamento del Cavaliere dal suo pony, derivante dal "pressing" dell'opposizione, la vicenda diventerebbe lunga come la proverbiale camicia di Meo, e l'Italia dovrebbe accontentarsi di mandare a casa Silvio II°, figlio di Piersilvio. Molto semplicemente io credo che la parabola sia in fase di picchiata, perché il vecchio pellancicoso arterifatto ha iniziato veramente a rompere i coglioni, ad annoiare, a stuccare l'italiano medio (e anche il più diffuso mediocre) di destra di centro e di sinistra, che è vero è ignorante come una capra tibetana, non legge libri né giornali, è credulone, invidioso, pettegolo e con una inclinazione alla micro-furbo-illegalità, ma poi non lo si può prendere per il culo all'infinito, e certe volte passa dalla acritica adorazione al linciaggio (talvolta non solo morale) in un battito di ciglia. Le parrà assurdo ma io mi sto preoccupando soprattutto del cosa verrà dopo, e temo che su questo paese smidollato continuerà a tirare ariaccia.


mitile cozza

mitile cozza