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Ministero conferma: "No al Primatist Trophy" I motonauti "rinunciano" a posteriori Soddisfazione del WWF e Greenpeace rilancia la polemica sugli scarichi delle navi Amministratori e politici elbani (tanto per cambiare) in rigoroso silenzio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 22 luglio 2010

"Scampato pericolo: il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, rispondendo oggi ad una nostra interrogazione parlamentare ha affermato che il Ministero impedirà lo svolgimento del Primatist Trophy 2010, la gara di motonautica, prevista per il 27 luglio, che sarebbe dovuta partire da Porto Azzurro all’Elba per concludersi a Talamone, all’interno dunque del Santuario Pelagos.” Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante, Roberto Della Seta e Raffaele Ranucci. “Senza dubbio l’impegno del Ministero è una buona notizia per l’area marina più grande d’Europa , che arriva dopo le proteste delle associazioni ambientaliste, Legambiente in primis, e dopo che il Pd aveva sollevato la questione.Far svolgere una gara motonautica con imbarcazioni veloci nel santuario Pelagos, sarebbe stato un vero azzardo, col rischio concreto per le barche di impattare con i cetacei che nuotano in quei tratti di mare. Inoltre autorizzando il Primatist Trophy - continuano i senatori del Pd – si sarebbe abbattuta l'unica prescrizione ufficiale, in un quadro di vincoli molto blandi, a tutela dell'area marina che ospita il maggior numero di cetacei dell'intero bacino mediterraneo.” “Rimangono però inevase due domande fondamentali sul ruolo e sul futuro del Santuario.Infatti il Ministero non ha riferito perché ancora non è in grado di garantire una sede e un supporto giuridico al Comitato di pilotaggio, l’organo che deve gestire il parco marino e perché – concludono i senatori del Pd - il Segretariato generale del parco , la cui sede a Genova è desolatamente vuota, non è ancora in funzione mentre, come previsto dagli accordi internazionali, il governo francese ha già provveduto a indicarne il Segretario.” Seg. Sen. Ferrante Contemporaneamente alla nota sopra riportata inviata dalla segreteria di uno dei Senatori PD interroganti, giunge anche un comunicato stampa degli organizzatori del Primatist Trophy che riproduciamo per esteso qui di seguito: "Gli organizzatori della manifestazione, a fronte della strumentalizzazione in atto da parte di verdi ed ambientalisti, hanno deciso di annullare tutte le prove in mare previste sulle acque dell’Argentario e dell’arcipelago toscano. Salta completamente la prima giornata dell’Elba per motivi logistici, confermate a Porto Ercole e a Talamone solo le serate e le prove a terra. Una decisione sofferta arrivata dopo una serie di fraintendimenti volutamente generati dal fatto di considerare l’evento una vera e propria gara di Off-Shore inquinante ed altamente dannosa. Il Trophy è invece un happening che, soprattutto negli ultimi anni, ha la connotazione di un raduno sportivo con famiglie a seguito con barche da turismo che affrontano prove di regolarità, il tutto assimilabile all’uso diportistico delle imbarcazioni. Ogni giornata si conclude con una festa all’insegna del buon umore: questo è il Primatist Trophy in buona sostanza. “Ci vediamo costretti a chiarire con una presa di posizione ufficiale - sottolinea Marco Abbate di Primatist. - Evidentemente sono state dette e scritte tante inesattezze atte a screditare la nostra manifestazione, dunque per sgomberare il campo da ogni tipo di equivoco, abbiamo deciso di annullare qualsiasi prova in mare per rispetto al Santuario dei Cetacei anche se non capiamo fino in fondo la differenza tra l’uso fatto delle imbarcazioni durante il nostro raduno e qualsiasi uso diportistico e chiediamo scusa per il disturbo arrecato, anche in considerazione del fatto che Primatist è una realtà che guarda con molta attenzione al rispetto dell’ambiente. Infatti, è l’unico cantiere nautico ad aver fatto campagne contro l’abbandono degli animali in estate; abbiamo sperimentato l’uso di pannelli solari; abbiamo integrato la carena delle nostre barche con una nuova propulsione per ridurre l’impatto ambientale; stiamo installando pannelli solari sopra i tetti dei nostri cantieri per ridurre l’impatto di emissione di Co2 durante il ciclo di produzione del nostro prodotto; da anni utilizziamo delle shopper in tela e non in carta o plastica durante le fiere. Tenuto conto della nostra sensibilità verso l’argomento e dell’impatto mediatico che la nostra manifestazione genera da anni, sarebbe stato bello che chi ha così a cuore il Santuario dei Cetacei avesse approfittato del Trophy per farlo conoscere ed amare dal grande pubblico visto che tante persone in Italia non ne conoscono neanche l’esistenza. Io per primo mi scuso per la mia ignoranza anche forse sarebbe meglio parlare di disinformazione: è troppo facile urlare a posteriori piuttosto che fornire informazioni parlandone prima. Saremmo stati disposti ad aiutare e a farci portavoce di questo messaggio positivo a tutela della natura anche percorrendo a 5 nodi tutta l’aria interessata, magari organizzando una prova fotografica per i nostri partecipanti. Sono molto dispiaciuto che ci sia stato un simile fraintendimento ma, prima di alzare vessilli e strumentalizzare, si poteva chiedere e cercare di capire. Siamo amareggiati anche nei confronti di chi ha creduto nella nostra manifestazione, come la Sardegna che, per innumerevoli edizioni, ci ha ospitati e sarebbe stata felice di averci ancora lì quest’anno. Infatti Primatist in Sardegna non si limita ad usare le barche, ma ha aperto due stabilimenti della propria produzione. Questo fa capire il livello strumentale: la nostra comunicazione già da tempo ha contribuito a promuovere le località interessate ed in cambio abbiamo ricevuto questo trattamento che evidentemente non meritavamo. ” Ufficio Stampa Primatist Una rinuncia davvero singolare visto che cosa avrebbe detto il Ministero dell'Ambiente lo si sapeva già da ieri da una nota dirigenziale dello stesso dicastero che dichiarava incompatibile la manifestazione con l'area nella quale era stata programmata. Più che una rinuncia una sorta di "tanto volevo scende'" come disse quello che cascò dal ciuco. Che cosa poi c'entrino i Verdi non lo capiamo così come pensiamo che non basta modificare le carene per ridurre un impatto ambientale (che resta comunque alto) mettere i pannelli solari e aiutare qualche sfortunato cagnetto per ottenere "indulgenze ambientali". Ed è francamente comico il vittimismo che trasuda dalle righe in cui si tratta di una cosa pomposamente presentata come gara continentale (con la benedizione della Gazzetta dello Sport) ancorché sconfessata dalla Federazione Motonautica Italiana e che ora si vuol far passare per innocua parata di giocose barchette. E dopo Legambiente anche il WWF esprime il proprio compiacimento per l'annullamento della gara: "Soddisfazione da parte del WWF per la decisione del Ministero dell’Ambiente di negare l’autorizzazione per il Primatist Trophy 2010, la gara di motonautica prevista per il 27 luglio nelle acque toscane del Santuario dei Cetacei. Una piccola buona notizia di applicazione di norme di tutela esistenti, rara in un periodo in cui si prevede di dimezzare i fondi per i parchi italiani e quindi per la vigilanza e la conservazione. Il divieto delle gare offshore, fatto rispettare in questo caso dal Ministero, è l'unico divieto effettivo nell'atto istitutivo del Santuario dei cetacei, su cui non esistono altre interdizioni alla pesca o al trasporto marittimo. Tra le regole auree del Santuario vi è infatti quella di ”garantire uno stato di conservazione favorevole dei mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro habitat, dagli impatti ambientali negativi diretti o indiretti delle attività umane”. Nei giorni scorsi il WWF ha chiesto al Ministero dell’Ambiente di rendere operativa al più presto la "cabina di regia" internazionale istituita ma ancora del tutto inefficiente e non in grado di garantire la gestione efficace del Santuario e il rispetto degli obiettivi che sono stati stabiliti nelle Linee guida tra Italia, Francia e Principato di Monaco sin dal 2003 nella Prima Conferenza delle Parti Contraenti. L’assenza di una gestione coordinata e unitaria tra i 3 paesi, infatti, non permette di far decollare quest’area mettendola in grado di affrontare le minacce reali, tra cui quello di gare off shore o la mancata gestione del traffico marittimo (commerciale e turistico) e della pesca insostenibile. Il santuario Pelagos, è la prima e più estesa area protetta del Mediterraneo, istituita per la tutela dei cetacei e della biodiversità marina del Tirreno settentrionale. Il WWF, che sta svolgendo proprio in questi mesi la campagna con lo slogan “Il Mediterraneo ci sta chiedendo aiuto”, ricorda che i cetacei già soffrono per altri impatti pesanti come la navigazione di petroliere. Sebbene oggi queste navi nel Mediterraneo siano tutte a doppio scafo, quindi più sicure, purtroppo continuano a effettuare il lavaggio delle cisterne in mare, nelle acque internazionali, uno sversamento che ogni anno equivale al danno dell’incidente dell’Exxon Valdes in Alaska". WWF – Italia E Greenpeace Italia prende la palla al balzo per metterla giù veramente dura: accenna solo in una sua nota all’ormai defunto Primatist Trophy ma punta l’attenzione su altri “disturbi” dell’area Greenpeace lancia oggi nuovi dati scandalosi sul Santuario dei Cetacei che indicano una forte contaminazione da batteri fecali in alto mare, con livelli che arrivano a superare quelli normalmente tollerati a riva per la balneazione. Proprio nell’area che dovrebbe garantire la tutela di balene e delfini oggi dovremmo mettere cartelli con la scritta “divieto di balenazione”! Nel Santuario Greenpeace ha potuto, inoltre, registrare - durante il suo ultimo tour nell’agosto 2009 - un notevole traffico navale che in estate può arrivare a una media di circa 200 imbarcazioni al giorno, tra cui navi passeggeri (con traghetti che corrono a ben a oltre 38 nodi!), tanker e cargo, spesso con sostanze pericolose. Questo traffico, per non parlare delle competizioni motonautiche come quella prevista tra l’Isola d’Elba e l’Argentario, rappresenta un fattore di disturbo molto intenso per i cetacei, non solo per il rumore e per le possibili collisioni, ma anche per problemi di contaminazione. Le analisi delle acque superficiali condotte l’anno scorso nel Santuario confermano le nostre preoccupazioni: delle 28 stazioni campionate ben 6 hanno riscontrato una pesante contaminazione da coliformi e streptococchi fecali, più del 20% dei campioni, in aumento rispetto al 10% dell’anno precedente. Si tratta di batteri tipici degli scarichi fognari, che non dovrebbero essere presenti in alto mare. Eppure in ben 4 campioni i valori accertati sono talmente alti che se ci trovassimo a riva sarebbe vietato fare il bagno. Nessuna sorpresa, quindi, se le osservazioni raccolte durante il nostro ultimo tour sembrano confermare il preoccupante calo di cetacei nel Santuario registrato da Greenpeace, e confermato da altri, nel 2008. «Questi batteri non possono provenire da scarichi fognari terrestri e la fonte di contaminazione più verosimile – sostiene Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - sono gli scarichi di grandi navi traghetto e da crociera, che usano il Santuario come vera e propria discarica». Anche se questi sversamenti sono previsti dalla legislazione vigente, è scandaloso che siano permessi anche in un Santuario dei Cetacei: ancora una volta tutto ciò che vale fuori dal Santuario è valido anche dentro. Greenpeace da anni denuncia che il Santuario dei cetacei è una “scatola vuota”: il piano di gestione sviluppato nel 2004 non è mai stato attuato! Lo scorso novembre all’ultimo incontro delle Parti sembrava che finalmente fossero stati fatti dei passi avanti, con l’approvazione di dieci raccomandazioni per far fronte alle principali problematiche del Santuario. Purtroppo a ben otto mesi dall’incontro nulla è cambiato, anzi da gennaio non esiste più neanche un Segretariato, organo preposto ad amministrare il Santuario. Considerata l’inerzia del Ministero dell’Ambiente, Greenpeace ha contattato gli Assessori all’Ambiente di Liguria, Toscana e Sardegna esponendo le problematiche legate al traffico navale e chiedendo loro un confronto in tempi rapidi sulla questione degli scarichi delle navi passeggeri e, in generale, dell’impatto ambientale del sistema trasporti nel Santuario. «L’economia della fascia costiera di Liguria, Toscana e Sardegna dipende dal mare: è ora che le Regioni che si affacciano sul Santuario prendano l’iniziativa per tutelare un patrimonio in pericolo- conclude Monti -. Non possiamo aspettare che tutto il Santuario si trasformi in una fogna e balene e delfini scompaiano prima che si faccia qualcosa». greenpeace Una vicenda insomma che ha avuto una vasta eco, e non solo nazionale per l’obiettivo interesse delle autorità francesi, che hanno voluto puntualizzare che per la loro parte il Santuario dei Cetacei cercano di tutelarlo ma all’Elba? Cosa pensano gli amministratori, cosa pensano le forze politiche (anche il PD che pure ha visto tre suoi senatori interpellare il ministro)? Niente, zero spaccato, non pervenuti. La posizione che i nostri maggiorenti prediligono è quella acquattata: gli italiani dicono “fare il pesce in barile”, ma forse rende meglio la nostra “fare il gatto tra le botti”.


avvistamento cetacei balene

avvistamento cetacei balene

delfini enfola aprile 2007  2

delfini enfola aprile 2007 2

balena 2

balena 2

Balena luglio 2008 2

Balena luglio 2008 2

off shore abbate

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