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D(i)ario, sicurezza: chi nonostante tutto lavora e chi si appunta le medaglie

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 22 luglio 2010

Il Ministro Maroni non fa che raccontarci quanto questo sia il governo che più fa per la sicurezza e per la lotta alla mafia. Ci dice quanto funziona bene la confisca dei beni ai malavitosi e il conseguente riuso per fini “socialmente utili”. Poi però si scorda di dirci che il PDL aveva ben altri piani sui beni confiscati alle organizzazioni mafiose, voleva semplicemente metterli all’asta e farci cassa. Pensiamo poi alle numerose campagne elettorali giocate e vinte sulla paura degli italiani, sulla richiesta legittima di sicurezza da parte dei cittadini e contro l'immigrazione clandestina. Adesso invece arriva la finanziaria che al di la della retorica e delle promesse è l’emblema dell’abbandono di questo governo verso chi si occupa dell’incolumità dei cittadini. Un taglio netto dell’11% su tutto il comparto sicurezza che comporterà la chiusura dei commissariati, la riduzione delle volanti sul territorio, un abbassamento della lotta all’immigrazione clandestina e un colpo di spugna sulle richieste di soggiorno di tutti quegli stranieri che lavorano onestamente in Italia. Intanto, ieri mattina proprio Siulp, Sap, Ugl Polizia di Stato, Siap, i sindacati della polizia penitenziaria e i Cocer delle Forze Armate hanno manifestato contro questi tagli davanti a Montecitorio. Dal canto mio più che i ministeri mi sentirei di ringraziare tutti coloro che operano nel settore della sicurezza, dai Carabinieri alla Polizia passando per la Polizia Penitenziaria e la Magistratura. E’ grazie al loro lavoro se il governo si può appuntare queste medaglie, invece di appuntarle ai diretti interessati.


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