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Il D(i)ario: Quel sottosegretario che si dimette

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 15 luglio 2010

Alla faccia di chi diceva che le mozioni di sfiducia servono solo a compattare la maggioranza. Dopo il ministro Brancher tocca al sottosegretario Cosentino che a seguito di un vertice a Palazzo Chigi con lo stato maggiore del PdL SI è dimesso. Il governo Berlusconi appare sempre più debole e scricchiolante sotto il peso di questi personaggi "ingombranti" che caratterizzano il PdL, ormai, come un partito in cui trovano grande spazio e potere individui indagati e talvolta già condannati in diversi gradi di giudizio come corrotti, corruttori e conniventi con la malavita organizzata. Per dirla con le parole di Dario Franceschini: "Tangentopoli al confronto è roba da educande". Fatto sta che Silvio Berlusconi ha ceduto alle pressioni dell'opposizione tutta (compreso l'UCD di Casini) e anche di qualche membro autorevole della maggioranza che siede fra i banchi della Lega e dello stesso PdL. Ricordiamo che sulla testa di Cosentino pende ancora una richiesta d'arresto, un biglietto di sola andata per il carcere di Poggioreale, perché indagato per concorso esterno in associazione camorristica. Già a febbraio, appena giunse la richiesta d'arresto, rassegnò le dimissioni, o per lo meno fece finta di farlo visto che a Berlusconi bastarono 3 nanosecondi per respingerle. Questa volta invece è andata diversamente, a dimostrazione che la P3 non è roba da sfigati, l'inchiesta non riguardava le attività di "quattro pensionati". Purtroppo però, essendo ancora parlamentare, la richiesta d'arresto non verrà eseguita. E non credo proprio che l'ex-sottosegretario rinunci a questo scudo.


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