La guerra delle “rose profumiere” e l’artigianalità della fava tonka Che tra gli “alambicchi” elbani prima o poi sarebbero scoccate dispute era nell’aria. Il mercato si stringe e i profumieri aumentano, un po’ come le gelaterie artigianali. Nel secolo scorso gli elbani si scoprono gelatai, nel nuovo millennio diventan tutti profumieri leggendo Suskind ed esperti cosmetologi. Continuiamo a vedere apparire creme elbane e profumi elbani. Come abbiam visto decine di artigiani pelare quotidianamente tonnellate di frutta per far sorbetti oggi possiam vedere decine di artigiani pettinare zibetti per ottenere le forti note animalizzate necessarie come fissativi per la profumeria. Se sentite odore di cacca in qualche angolo di paese dell’isola, non preoccupatevi, non avete pestato un ricordino di qualche cane, semplicemente qualcuno sta utilizzando scatolo o muschio bianco nel proprio laboratorio profumiero. Se sentite cattivi odori sulle spiagge e sulle coste non chiamate quei rompiballe di Legambiente perché sospettate di sversamenti in mare, è qualche artigiano locale impegnato nella pesca dell’ambra grigia. Un’ azienda sul proprio sito parla anche di vaniglia e “fava tonka”, tipiche sostanze odorose diffusissime tra la macchia mediterranea elbana. Anche gli zibetti e muschi bianchi popolano i numerosissimi i boschi dell’arcipelago. La disputa commerciale è acuita da un aspetto legale, nessuno può difendere con efficacia l’originalità di un marchio contenente il nome proprio geografico dell’Elba. In profumeria esiste il profumo “Roma” ma l’essenza probabilmente proviene da Grasse, Amsterdam o Ginevra, le tre principali città profumiere del mondo. Un precedente illustre in altro ambito è il romanzo “Il Conte di Montecristo”, un personaggio di fantasia, ma nessuno fece causa a Dumas. L’unica cosa ben difendibile nella vicenda isolana profumiera è l’originalità imprenditoriale dell’idea. Il resto son favate tonke! Paolo Sui profumi “elbani” Non sarei voluto entrare in una sterile polemica, dato che oltretutto mi sembra piccola cosa in relazione ai problemi che invece affliggono la nostra Isola, ma in qualità di Amministratore della Italia di Charme srl, azienda di Capoliveri che produce profumi e cosmetici e di cui tra l’altro possiedo solo una piccolissima partecipazione azionaria, mi sento obbligato a difenderne l’operato valutando anche la possibilità di tutelarla nelle sedi più opportune, sia riguardo all’autore della “lettera firmata” apparsa sul vostro giornale che ad alcuni pseudo ironici messaggi apparsi sul blog nostrano. 1) Anche se non devo spiegazioni a nessuno, non voglio sfuggire al merito della questione: i laboratori e la produzione. Nel laboratorio, che si trova a Capoliveri nella sede della società, ogni nostro prodotto, prima di essere immesso in commercio, viene ideato, sviluppato, testato e modificato fino alla realizzazione del prototipo che deve necessariamente raggiungere i massimi standard di perfezione prima di essere prodotto in serie. La nostra produzione è infatti sottoposta a rigorosi controlli di qualità per testarne la sicurezza e la compatibilità dermatologica dato che al primo posto mettiamo la salute. E noi teniamo alla salute dei nostri clienti! E’ per questo motivo che dopo aver ideato, sviluppato e testato all’Elba i prototipi dei nostri prodotti, ci avvaliamo delle più importanti aziende italiane che producono profumi e cosmetici per i marchi più famosi a livello mondiale. Forti della nostra qualità, ai clienti diciamo solo di provare i nostri prodotti che oltre ad essere ottimi, sono anche veramente sicuri! E che all’Elba non siamo i soli a tenere alla salute dei clienti lo dimostra il fatto che, secondo quanto di mia conoscenza, anche l’altra azienda elbana che produce profumi compra essenze per i profumi nella stessa ditta dove ci riforniamo noi. 2) Riguardo al Signore che ha scritto la “lettera firmata”, dallo “A Sciambere” di Sergio Rossi e dopo aver assunto qualche informazione, ho capito che non può che essere tal Simone Pietro o Pietro Simone, a me completamente sconosciuto, ma che mi dicono conosciuto alla cronaca elbana per aver urtato volontariamente, in una specie di ping-pong, uno scuolabus e una macchina dei vigili urbani di Portoferraio e per essersi incatenato fuori del Municipio di Campo nell’Elba. Ho scoperto anche essere l’autore di irriverenti mail e strani volantini contro i dipendenti e gli amministratori del Comune di Capoliveri. Non aggiungo altro. 3)Riguardo invece a chi ha pubblicato materialmente la “lettera firmata” , che mi risulterebbe essere il Sig. Dario Ballini, segretario PD di Rio Marina, anche lui a me sconosciuto, voglio ricordare che la dialettica politica è sempre ben accetta se anche quella nei limiti della correttezza. Ma il lavoro è sacro ed è quindi inaccettabile che si sia prestato, mi auguro per puro errore, a pubblicare una lettera palesemente diffamatoria e falsa nei contenuti. E tutto quanto sopra sempre nella speranza che nessuno abbia ispirato la stesura della “lettera firmata”. Tanto dovevo. Ruggero Barbetti - Italia di Charme Un doppio ringraziamento a Paolo Franceschetti per il suo irriverente ma divertente sfottò e a Ruggero Barbetti per le sue puntualizzazioni. A Barbetti chiederei comunque un giudizio diverso sul lavoro di Dario che è persona seria e che si è trovato a reggere per mesi e mesi un giornale per niente facile da gestire. Dario, caro Ruggero, sta imparando a fare il mestiere di giornalista nella più austera delle maniere: sul campo, senza raccomandazioni e/o "calci in culo", scrivendo per un giornale "povero ma onesto", come avrebbe detto l'indimenticabile Troisi. Dario è leale e penso che sappia ben distinguere il suo ruolo di giornalista da quello di politico. Ha pubblicato, sbagliando, una lettera che pensava venisse da persona affidabile, non certo per un retropensiero anti-barbettiano, nessuno è esente da errori, ma ci sono errori che si compiono in buonafede altri in cattiva fede; dici di non conoscere Ballini, ma a me mi conosci bene, credi che avrei lasciato in mano ad una persona appena men che corretta Elbareport? In ultimo, consentimi una battuta, posso assicurarti tra le eventuali "Muse" ispiratrici degli scritti "simoniani" o "pietristi" non ci siamo né io né Ballini, che non abbiamo né lo spirto né le graziose forme di una Musa.
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