Torna indietro

Contro le trivelle nell'Arcipelago documenti della Lista Civica Marinese e dei Verdi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 02 luglio 2010

La Lista Civica per Marciana Marina ha presentato la mozione che si allega sul NO alle piattaforme petrolifere offshore. L'ordine del gioorno riprende in parte quello presentato dalla minoranza consiliare nel Comune di Campo nell'Elba ma lo aggiorna e lo integra con le recenti dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo sia con dati riguardanti la necessaria protezione da attività inquinanti nel Santuario internazionale dei Mammiferi marini Pelagos. GRUPPO CONSILIARE LISTA CIVICA PER MARCIANA MARINA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO da sottoporre al prossimo Consiglio Comunale: Il Consiglio Comunale di Marciana Marina, riunito in seduta straordinaria CONSTATA l’attività già effettuata dalla multinazionale Australiana Key Petroleum di sondaggi nel mare a sud dell'Isola d'Elba, in una zona di 640 km2 dal largo delle coste meridionali dell'Isola d'Elba fino a Montecristo (vicinissima al mare protetto di Pianosa e Montecristo), e la richiesta di due pozzi per l’estrazione di petrolio e di gas naturale. PRESO ATTO delle considerazioni espresse in materia, attraverso gli organi di stampa, dall'Assessore Regionale Anna Rita Bramerini, dal Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi, ed infine dello schema di decreto di riforma del codice ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare che introdurrebbe il divieto assoluto di ricerca, prospezione e estrazione di idrocarburi all'intero delle aree marine e costiere protette e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al perimetro eterno delle zone di mare e di costa protette e che le attività di ricerca ed estrazione di petrolio siano vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l'intero perimetro costiero nazionale, unanimi nell'affermare la piena contrarietà all'operazione di ricerca petrolifera nell’Arcipelago Toscano. RICORDATO l'O.d.G. Presentato in questo Consiglio Comunale e in quello di Campo nell’Elba in merito al blocco della navigazione di navi di grosso tonnellaggio al largo delle acque di Pianosa ed al pericolo di inquinamento ambientale che, nel caso odierno, sembra riproporsi con maggiore gravità. CONSIDERATO nell’attuale situazione, mentre è stata richiesta dalla Key Petroleum Ltd la VIA per la realizzazione di pozzi petroliferi-gasieri, nessuna istituzione se non il Governo Nazionale può intervenire in merito al progetto della multinazionale australiana. RICORDATO che il turismo, fonte economica principale della nostra economia, sta attraversando un lungo periodo di crisi e che l'idea di instaurare una qualunque stazione di estrazione di gas e petrolio danneggerebbe drasticamente l'immagine delle isole dell’intero Arcipelago Toscano TUTTO CIÒ PREMESSO Chiede al Governo della Repubblica italiana, attraverso atto ufficiale, di impedire qualsiasi attività di trivellazione e di ulteriore ricerca petrolifera e/o gasiera al largo delle coste dell'Isola d'Elba, di Pianosa e di Montecristo e ed in tutto lo specchio di mare che circonda l’Arcipelago Toscano, da Capraia a Giannutri; Chiede al Governo della Repubblica italiana, sulla base dell’Accordo internazionale del 25/11/99 (legge di ratifica 391/01) che istituisce il Santuario dei Mammiferi marini Pelagos di estendere i divieti previsti dallo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri all’intera area sotto la competenza italiana tra il Fosso del Chiarone in Toscana e Capo Ferro e Capo Falcone (già protetti dalla recente intesa tra Francia ed Italia sulle Bocche di Bonifacio) e l’intero Mar Ligure. Si ricorda che dopo l’Accordo sottoscritto da Italia, Francia e Principato di Monaco, il Santuario Pelagos è stato inoltre inserito nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (Specialy Protected Areas of Mediterranean Importance - SPAMIs), prevista dal Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e la Diversità Biologica nel Mediterraneo (Protocollo SPA) della Convenzione Quadro per la Protezione dell'Ambiente Marino e della Regione Costiera Mediterranea (Convenzione di Barcellona); che nel istitutivo emanato si stabilisce di adottare tutte le misure appropriate per la conservazione dei mammiferi marini e dei loro habitat, ivi compresa la lotta a tutte le forme di inquinamento; che le Parti dovranno adottare strategie nazionali miranti alla soppressione progressiva degli scarichi di sostanze tossiche nel Santuario, accordando la priorità a quelle elencate nell'Allegato I del Protocollo della Convenzione di Barcellona relativa alla protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento. Il presente ordine del giorno sarà inoltrato alle altre Amministrazioni comunali dell’Arcipelago Toscano e ad Unione di Comuni, Comunità del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Comitato di Pilotaggio del Santuario internazionale dei Mammiferi marini “Pelagos”, Provincia di Livorno, Provincia di Grosseto, Regione Toscana, al Governo ed al Parlamento della Repubblica Italiana” Alberto De Fusco, Maria Cristina Terreni, Umberto Mazzantini Federazione Italiana dei Verdi "Trivellare i mari italiani alla ricerca di petrolio è quanto di più preistorico possa esistere dal punto di vista energetico e rispetto ad incidenti sulle piattaforme petrolifere non esiste alcun livello di sicurezza come dimostra quello che è accaduto nel Golfo del Messico, dove non solo la sicurezza non ha funzionato ma, ancora oggi, non è stato individuato alcuna modalità di intervento per arginare i danni". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che chiede una immediata "moratoria alle trivellazioni nei mari italiani". "E' inutile che il nostro governo dichiari che le società italiane hanno elevatissimi standard di sicurezza: per incidenti come quello del golfo del Messico non ci sono rimedi - continua il leader ecologista -. Un incidente simile nei mari italiani potrebbe distruggere per decine e decine di anni la biodiversità delle nostre aree marine protette, la pesca, il turismo". "Per questa ragione il divieto di trivellazione entro cinque miglia dalla costa del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, tra l'altro attaccato sia dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Stefano Saglia e dal presidente di Confindustria energia Pasquale De Vita è semplicemente ridicolo - conclude Bonelli -. Come insegna il disastro della piattaforma BP un incidente su una piattaforma petrolifera non conosce limiti di miglia: nel golfo del Messico il petrolio è arrivato a centinaia di miglia di distanza, altro che le 5 miglia del ministro Prestigiacomo”.


uccello incatramato petrolio disastro

uccello incatramato petrolio disastro