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Febbo costretto a risiedere a Porto Azzurro dal GIP

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 14 settembre 2003

Nella mattinata di venerdì 12 settembre i Carabinieri della Compagnia dell'Isola d'Elba hanno notificato al Presidente dimissionario della Comunità Montana dell'Elba e Capraia Mauro Febbo, presso il suo domicilio fiorentino di Piazza Pitti, un’ordinanza emessa dal G.I.P. Sandra Lombardi, con la quale si dispone che Febbo dovrà risiedere obbligatoriamente nel comune di Porto Azzurro, non gli sarà consentito allontanarsi dai confini comunali, pena l'incorrere nell'immediato arresto, senza uno specifico permesso rilasciato dall’auorità giudiziaria e presentarsi ad orari determinati ai Carabinieri. Tra le ipotesi di reato di cui dovrà rispondere Febbo compaiono le voci di peculato in ragione della ormai nota vicenda della gita a Montecarlo e per l'uso della carta di credito dell'Ente per spese personali non istituzionali, di omissione d’atti di ufficio per la mancata consegna al Consigliere diessino della C.M. Maria Grazia Mazzei della documentazione relativa di truffa aggravata per essersi appropriato di una ingente somma di denaro (probabilmente svariate centinaia di migliaia di euro) raccolta con una attività professionale di promotore finanziario peraltro esercitata dal Febbo in assenza dei titoli professionali necessari, quindi con un abuso di prestazione d'opera. La notizia era nell'aria da molti giorni e non ha colpito più di tanto la comunità dell'Isola. Inaspettatamente dura è caso mai è la stroncatura del personaggio Febbo e della stessa Comunità Montana del GIP che nell'ordinanza parla di un operato da cui emerge approssimazione, superficialità, inadeguatezza nel contesto dell'attività di un ente che mostra preoccupanti aspetti d'illegalità. La gita a Montecarlo con i noti aspetti della scarsità di operatori turistici nella spedizione, con i 30.000 euro di cadeaux, con l'uso di fondi messi a bilancio con altre finalità, sono emblematici per il GIP della disinvolta amministrazione in C.M., che stigmatizza anche la vicenda della costituzione dell'ufficio URP con l'assunzione delle 4 dipendenti a contratto di collaborazione (tra le quali c'è anche un'affine del Prefetto Gallitto) senza un bando di concorso o la minima pubblicità che potesse consentire anche ad altri di candidarsi e con la presentazione dei titoli delle operatrici acriticamente recepita. La necessità del provvedimento e delle prescrizioni a cui Mauro Febbo viene sottoposto è motivato dalla opportunità che gli sia impedita la possibilità di reiterare i reati compiuti per ottenere disponibilità di denaro nesessarie ad alimentare di nuovo una dispendiosa condotta di vita come in precedenza. Fin qui il provvedimento che riguarda il Presidente dimissionario ma probabilmente i giochi giudiziari in C.M. non sono ancora terminati e i Carabinieri potrebbero tornare presto a puntare l'Ente di viale Manzoni.


palazzo provincia comunità montana

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febbo mauro + piccola

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