Cresce la protesta per il rifacimento edilizio della Gattaia,ora contestano anche due docenti, Battaglini e Vanagolli, perché l'intervento non rispetterebbe la struttura originaria delle fortezze medicee. E c'è chi parla della nascita di un movimento popolare per la tutela della fortezze, simile a quello che ha bloccato l'azione di Terna, impedendo decine si tralicci nel verde dell'Elba. Non solo, in campo pure una interrogazione parlamentare, per dire no ai bastioni rinascimentali che finirebbero ancora una volta "incollati" ad un'altra costruzione . Il primo contrafforte a mare del fronte d’attacco si chiama “Bastione della Cornacchia”. Questa l'origine, nel 1548, di quella parte di fortezza medicea chiamata oggi “Gattaia”. Da più di 4 secoli qualcuno se le inventa di tutte per non lasciarle nell'antico modo di essere, fatto di imponenti mura che scendono al mare, con davanti uno spazio libero. E infatti, nel tempo, in quel punto ad esempio abbiamo avuto lavorazione del tonno nel 1769, depositi di combustibile durante il fascismo, e quindi un cinema all'aperto e ora si prospetta l'arrivo dei nuovi uffici per il turismo. E quindi Battaglini e Vanagolli, dicono no alla trasformazione della Gattaia, voluta da vari Enti, per creare la nuova sede dell'Apt e uffici provinciali. “Si tratta-dice Gianfranco Vanagolli, autore di varie pubblicazioni storiche- di non commettere un errore madornale. L'antica costruzione deve tornare alla sua conformazione di origine. Se non esistesse alcuna costruzione appoggiata alle mura, si potrebbe ammirare una visuale molto bella che arriva al molo Gallo e alla torre di Passannante. Purtroppo- conclude- le varie Amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi, non hanno mai preso a cuore il problema. Si vogliono mantenere i vecchi depositi di carburante, ma ciò non ha più senso. Va invece rispettata l'originaria architettura delle fortezze”. E Giuseppe Battaglini ha posizioni simili. Ora in pensione, l'ex dirigente dell'ufficio cultura comunale e della biblioteca foresiana, va dritto al cuore del problema. “L'occasione della ristrutturazione dovrebbe essere sfruttata per dare una adeguata sistemazione -dice- alla parte che precede l'ingresso alla città medicea. In origine, intorno al bastione della Cornacchia, non c'era niente. Si potrebbe realizzare un giardino e un sistema di vasche e fontane, un abbellimento ad uso della cittadinanza e degli ospiti, ripristinando l'architettura originaria. Così sosteneva anche il compianto Taddeo Taddei Castelli . Mi sono opposto da subito al nuovo progetto, che prevede la tutela,per motivi di archeologia industriale, delle vecchie strutture militari di pompaggio del carburante, che esistevano alla Gattaia. L'intervento previsto farà scomparire nei fatti questo reperto militare, quindi è più saggio tutelare la conformazione delle fortezze originaria. Sento tanta gente che la pensa come me”. E non a caso c'è chi parla della nascita di un movimento contrario alle decisioni già prese mentre i lavori di ristrutturazione sono partiti; un movimento simile a quello che si è opposto, con successo, all'azione di Terna. Sarà possibile fare altrettanto per le fortezze medicee? Probabilmente c'è meno sensibilità da parte della popolazione per gli aspetti storici ed architettonici, giustamente la precedente mobilitazione si è innescata essendoci in ballo rischi di inquinamento magnetico e minacce per il verse elbano, ma non è mai detta l'ultima parola. Intanto Paolo Del Bruno ed altri di ”Gente comune” hanno promosso una interrogazione al Ministro dei Beni Culturali Biondi, perché impedisca la ristrutturazione della Gattaia. Non c'è che da attendere, il tempo dirà se la "Cornacchia" tornerà ad essere come la volle il progettista dell'epoca Camerini o come dicono i suoi colleghi del terzo millennio.
gattaia - fortezze riproduzione antica