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L'odissea di un infartuato elbano descritta dal Comitato Elba Sanità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 01 luglio 2010

Il Comitato Elba Sanità continuando a svolgere il compito, datosi fin dall’inizio, di segnalare pubblicamente qualsiasi disfunzione del nostro servizio sanitario che, trascendendo dal caso singolo, indichi in modo significativo una più generale carenza sia nelle strutture che nelle prestazioni, di seguito descrive un caso occorso ad un residente nel comune di Marciana. Il nostro cittadino il 25 maggio viene colpito da infarto miocardio acuto. E’immediatamente soccorso dalla locale Pubblica Assistenza; a metà percorso verso l’Ospedale di Portoferraio una altra ambulanza con medico a bordo presta le prime cure del caso. Al pronto soccorso del nosocomio elbano viene organizzato il trasporto a mezzo elisoccorso verso un centro specializzato del continente. Il 3 giugno il nostro paziente viene dimesso con le necessarie prescrizioni terapeutiche e con l’indicazione di una successiva visita cardiologia presso lo stesso centro per il 6 luglio. Per verificare l’effetto della terapia, è prescritto prima della visita anche un elettrocardiogramma con apparecchio Holter per monitorare nelle 24 ore la funzione cardiaca. Per l’applicazione il Cup di Portoferraio gli assegna la data del 21 ottobre, o eventualmente a Piombino una data nel mese di settembre, sic! Data l’urgenza il nostro cittadino si rivolge al pronto soccorso. Il personale infermieristico si presta immediatamente per cercare di risolvere il caso dicendogli di rivolgersi direttamente all’ambulatorio cardiologico. L’ambulatorio risponde che purtroppo in tutto l’ospedale esistono solo due apparecchi del genere e che prima della metà di luglio non sarebbe stato possibile applicargli la macchina. Da questo episodio nascono spontanee tre considerazioni: Essendo l’infarto miocardico per la sua frequenza una delle prime cause di mortalità, riteniamo che non sia possibile né prudente che spesso si debba trasferire l’infartuato in continente con il rischio di far trascorrere del tempo prezioso prima di intervenire adeguatamente. Crediamo perciò che l’Ospedale di Portoferraio debba essere dotato di un servizio o reparto cardiologico adeguato per risolvere almeno la maggior parte dei casi. E’ inconcepibile che un ospedale sia fornito soltanto di due apparecchi Holter essendo questa macchina comunemente usata non solo per monitorare un cuore colpito da infarto, ma anche in tutte quelle circostanze in cui lo specialista vuole verificare in modo più capillare la funzionalità cardiaca. In ultimo riteniamo che non sia giustificabile nel servizio sanitario affidarsi semplicemente alla buona volontà o alla gentilezza, pur importante, dei medici o degli infermieri per supplire a carenze strutturali o dei servizi a cui invece dovrebbero ovviare tutti quegli Organi pubblici deputati al governo della sanità.


ospedale 3

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