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Confesercenti:"Tozzi lasci l’incarico a chi può garantire una giusta dialettica con le istituzioni ed il territorio"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 giugno 2010

Le polemiche di questi giorni sul libro presentato dal presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi hanno aperto una ulteriore frattura fra questo importante Ente e il nostro territorio. In particolare è emersa, in tutta la sua chiarezza, l’inesistenza di un rapporto che, riteniamo, dovrebbe essere simbiotico fra il parco e il suo territorio, indipendentemente dai confini definiti. Pur essendo in linea con quanto detto dai nostri Sindaci sulle inopportune dichiarazioni fatte dal Presidente sullo stato dell’ambiente all’Elba con le quali ha lanciato quella che agli occhi di tutti è apparsa come l’ennesima offensiva mediatica contro un territorio che la massima carica di un Parco Nazionale dovrebbe sostenere all’esterno, confrontandosi all’interno sui veri problemi da risolvere, riteniamo che ciò che oggi purtroppo emerge è la domanda che molti cittadini si fanno sulla necessità o meno di avere una presenza come quella di un Parco Nazionale così gestito. Come dimostrato dallo studio condotto dall’Università di Padova e pubblicato qualche tempo fa,è cresciuto molto lo scetticismo dei cittadini verso questo Ente, anche fra coloro che in passato lo hanno fortemente sostenuto proprio perché percepito come un entità astratta, avulsa dal contesto ma al tempo stesso portatrice di vincoli e limiti. Confesercenti sente di invitare il sig.Mario tozzi ad intraprendere veramente l’attività di Presidente del Parco, adoperandosi per recuperare quel consenso che il parco attualmente non ha e non può avere vista la lontananza dello stesso dalle dinamiche di questo complesso contesto socio-economico. Cominci a confrontarsi con il territorio, con le Associazioni di categoria, con le Amministrazioni, qui si, attraverso uno scambio di idee che magari non collimeranno con le volontà degli amministratori ma che sicuramente contribuiranno a formare nei cittadini un loro preciso pensiero sul concetto di limite allo sviluppo che un territorio deve saper individuare, evolvendo verso forme di competitività sostenibili con gli equilibri sociali, economici ed ambientali del territorio. Questo è ciò che pensiamo debba fare un Presidente attento ai rapporti con il territorio ed alle sue problematiche. Se però questo percorso non è possibile perché i suoi impegni di comunicatore lo portano lontano da quelli di Presidente, allora è opportuno che con profonda onestà intellettuale lo stesso lasci l’incarico a chi può garantire una giusta dialettica con le istituzioni ed il territorio. Senza voler essere fraintesi, questa non sia considerata una provocazione ma una precisa richiesta a riflettere sul da farsi perché, parco o non parco, questo arcipelago e l’Elba, in particolare, hanno bisogno di avviare un confronto serio sulle nuove prospettive di sviluppo e siccome il Parco c’è, bisogna che la presenza dello stesso non funga da elemento di distruzione del confronto, semmai lo incentivi nel segno della civile convivenza e nel rispetto dei ruoli, istituzionali e non.


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