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Pino Lucchesi:"Sviluppo e protezione della natura non sono termini antitetici"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 giugno 2010

Siamo tutti impastati di fango e di acqua, nessuno è Maestro se non per riconoscimento degli altri (spesso post-mortem), a che vale impancarsi a dispensatori di consigli e fustigatori dei costumi? Comincerei così un breve commento –dopo giorni di voluta astinenza- alle vicende Tozziane ed alle polemiche aspre che ne sono conseguite. E poi aggiungerei che ci vuole pazienza e cristiana rassegnazione, tanto il tempo passa inesorabile, tra poco inizia la “stagione” e dell’incriminato libello poco si parlerà (ma molto della crisi che purtroppo tornerà a far sentire i suoi morsi). Si dirà: ma il Presidente del Parco non dovrebbe fare altre cose invece di produrre a ripetizione libretti divulgativi, magari un po’ approssimativi nei giudizi (tanto tutto fa brodo)?Non dovrebbe, per esempio, stimolare azioni sinergiche con gli Amministratori locali per proporre – come si dice- un turismo sostenibile? E’ vero che dopo quattro anni di mandato neppure conosce (come afferma Maurizio Papi) tutti i Sindaci elbani? Cosa fa quando sbarca all’Elba? Si ritira a scrivere, magari per imitare il “picconatore” Cossiga, come sembra potersi evincere dalla giovanilistica foto di copertina con tanto di armamentario? Ma, attenzione, anche Tozzi ha le sue ragioni che però affogano per la scarsa conoscenza del territorio, dell’indole degli abitanti (siamo oggettivamente un po’ fumini), del verso per non farsi prendere sulle scatole. Perché non ha seguito le tracce di Napoleone che prima di sbarcare a Portoferraio si era informato praticamente di tutto? E’ sempre la solita stramaledetta storia dei molti “inviati”dall’esterno, qualcuno presuntuoso, qualche altro meno, mandati all’Elba a normalizzare le situazioni, a portare il verbo rivelato, quasi che lo “Scoglio” non potesse esprimere, per una qualche maledizione divina, Personalità atte allo scopo a causa di ritardi antropologici od altro. Ma –dicevo- Tozzi ha anche qualche ragione quando afferma che non tutto è andato per il verso giusto, che ci sono stati (soprattutto in passato) abusi, sovradimensionamenti, eccessi e qualche non contestabile esempio di cementificazione su larga scala. Si sa, dove c’è del buono, c’è anche del marcio, ma da qui ad esprimere una valutazione corale di condanna erga omnes ce ne passa Ho conosciuto, nella mia lunga esperienza politica, e conosco, fior di Amministratori corretti, amanti del territorio loro affidato, dediti al loro lavoro senza seconde finalità. Lo so, diranno che mi riferisco soprattutto alla lunga avventura della Democrazia Cristiana all’Elba. E’ vero, è cosi. Ricordo ancora con affetto Piccio Bonanno che non volle concedermi un modesto rialzo al Cotone. Aveva ragione Lui!. Sarà anche vero quello che dice Tozzi ma senza questa classe dirigente l’Elba non avrebbe fatto il prepotente balzo in avanti che l’ha caratterizzata. Già, ma dove era Tozzi nel 1946? Per quello che vedo una cosa manca: la capacità di capire che sviluppo e protezione della natura non sono termini antitetici. Perché non provare a coniugarli assieme?


lucchesi nuova piccola

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