Che a chiedere le dimissioni di Mario Tozzi da Presidente dell’Ente Parco dell’Arcipelago toscano sia il PD è una cosa alla quale siamo ormai abituati: anche se si tratta dello stesso partito dell’Assessore Annarita Bramerini che in occasione della presentazione del libro “Nel nome del Parco – Un anno dell’Arcipelago” ha inviato un messaggio perfettamente condivisibile, il PD elbano è da sempre lontano dalle posizioni sui parchi del PD nazionale e degli Ecologisti Democratici, non a caso rispuntano fuori in questi giorni personaggi che quando erano sindaci del PCI/PDS contrastarono l’istituzione del parco e non a caso il PD si è specializzato in richieste di dimissioni di chi dirige il Parco: lo ha già fatto con il primo Presidente Giuseppe Tanelli e poi con il Commissario Ruggero Barbetti. Oggi il PD elbano esce dal suo torpore solo per tentare l’ennesimo e malriuscito scavalcamento populista a destra e la storia si ripete con Tozzi, colpevole di aver citato frasi scherzose di altri che all’Elba circolano “solo” da una trentina di anni, e soprattutto i dati ISTAT del censimento 2001 (quindi le statistiche ufficiali dello Stato) che dicono che all’Elba 9 anni fa c’erano 22.000 seconde case, con tassi di oltre il 60% in diversi Comuni e del 90% in alcune frazioni, un dato confermato dalla Commissione regionale Bussolotti che, 6 anni fa, in un rapporto (poi scomparso) disse che all’Elba le sanatorie erano più delle concessioni regolari e che l’Isola era il territorio della Toscana con più domande di condono edilizio e con più abusivismo edilizio, con punte record pro-capite a livello italiano in alcuni Comuni. Le stesse “case” fantasma all’Elba sarebbero, secondo i dati ufficiali, diverse centinaia, cosi come molte centinaia sono le residenze di comodo per non pagare l’Ici sulle seconde case. Dopo si è continuato a costruire, è scoppiato lo scandalo edilizio di Elbopoli e dell’ecomostro di Procchio che ha coinvolto un Ministro, due Prefetti, un Giudice, costruttori continentali e funzionari ed amministratori locali; poi la Guardia di Finanza arrestato il braccio destro dell’ex capo camorrista Cutolo che aveva messo su all’Elba un piccolo impero fatto di strozzinaggio, controllo dei media e, naturalmente, cemento; poi ci sono state le centinaia di case dei Piani di Edilizia Economica e Popolare in vendita alle agenzie immobiliari e su e-bay; è ancora in corso il tentativo del Demanio di vendere il bidone (che fortunatamente non trova acquirenti) dell’ex compendio minerari di Vigneria, a Rio Marina, per farci un eco-mostro di Stato bipartisan da 47.500 m3 di cemento; intanto veniva costruito l’ecomostro diffuso del Padreterno, una specie di Rio Elba 2… Intanto ci si dimentica che i Piani Strutturali dei Comuni, se approvati così come presentati dagli oggi virtuosi e scandalizzati Sindaci Elbani avrebbero sepolto l’Isola sotto più di 2 milioni di metri cubi di cemento, un rischio scampato non grazie ai partiti che oggi chiedono dimissioni come se piovesse, ma grazie alle osservazioni di Legambiente e di molti cittadini, in parte recepite da Provincia e Regione, che ci hanno evitato almeno altri eco mostruosità. Davanti alle proteste dei cittadini, dei turisti, a 6.000 firme raccolte tra chi ama l’Elba che chiedevano di evitare lo scempio della nostra isola, i Comuni e l’allora Assessore Regionale all’urbanistica, il PD Riccardo Conti, ci promisero un Piano Strutturale Unico: nessuno lo ha mai visto, ma intanto all’Elba si è continuato a costruire con fantasiose varianti “di necessità” anche in regime di norme di salvaguardia e i Regolamenti Urbanistici spesso hanno fatto rientrare dalla finestra quello che le osservazioni ai Piani Strutturali avevano fatto uscire dalla porta. Ora mentre si prospettano colossali modifiche urbanistiche bipartisan come il Water Front di Portoferraio e il lungomare unico di Marciana Marina rischia di essere stravolto, mentre a Rio Marina si annuncia una nuova fioritura bipartisan di villaggi turistici, mentre si costruiscono mega-alberghi e piscine sulle coste, veniamo informati che il mirabolante Piano Strutturale Unico si è trasformato in un “accordo sulle regole” volontario fra qualche Comune. Il libro di Tozzi ha comunque fatto bene ai sindaci ed ai politici elbani (che non lo hanno letto) li ha per una volta uniti come un sol uomo nelle critiche. Fino ad ora non solo non sono riusciti ad organizzare una raccolta differenziata degna di un’Isola che vive di turismo (L’Elba è agli ultimi posti della classifica Toscana di raccolta differenziata) ma non sono riusciti nemmeno a trovarsi d’accordo sull’Unione dei Comuni, dalla quale sono rimasti fuori gli allora 3 Comuni di Centro-destra che la definirono un Ente inutile e un’imposizione della Regione. Oggi, dopo le ultime elezioni Comunali che hanno dato al centrodestra 6 comuni su 8, è retta da un Presidente del Pdl… e i 3 Comuni già del centrodestra non sanno come fare a rientrarci senza rimangiarsi quelle delibere che dichiaravano guerra all’Unione… misteri insondabili della politica elbana, incapace di governare la complessità e che chiede le dimissioni altrui
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