Ecco: la mia “radio argentina” si materializza, grazie ad internet, nella lettura di Elbareport, TENews, e Blog vari . Non posso nascondere che quanto leggo mi trasmette la triste sensazione di una totale assenza della politica, di stucchevoli rancori personali esternati spesso senza alcun pudore anche al prezzo di minare l’interesse della comunità che si dovrebbe rappresentare e tutelare, di personalismi e protagonismi insignificanti ed ininfluenti, di gratuite polemiche od offese “bloggate” in forma inaccetabilmente anonima , e quanto altro ancora. “La politica non conosce né risentimenti personali, né lo spirito di vendetta. La politica conosce solo l'efficacia”. Guai a farsi ottenebrare il cervello dalle piccole e grandi cattiverie di cui è lastricata la strada della politica: si finisce per dimenticarsi degli obiettivi, quelli veri, per cui ci si sta battendo, e per ottenere solo che le beghe tra le persone e/o le organizzazioni, superino i disegni che si vorrebbero portare avanti (spesso, paradossalmente, comuni, al di là dei protagonismi dei singoli e delle posizioni demagogiche). Certo trasparenza e partecipazione aiuterebbero : ma tant’è ! Con tutte le mie forze cerco di interpretare quanto sta, per così, dire “appassionando” il dibattito “politico” a Marciana a Marina : soprattutto il Porto, la Promozione turistica (leggi “Bandiera blu”), l’Ambiente (leggi depuratore e qualità ambientali varie). Sulla questione Porto credo di avere già chiaramente espresso la mia posizione, convinta, in un precedente articolo, ribadendo, in sintesi, la assoluta necessità dello stesso e, al contempo, la altrettanto assoluta opportunità di assicurare il godimento dei benefici (non solo quelli strettamente finanziari, ma anche quelli strategici di tipo economico e sociale) alla comunità marinese, senza cedere , consapevolmente od inconsapevolmente, solo alle lusinghe della speculazione. La soluzione, già indicata: un Gestore controllato dal Comune. La recente vicenda della “Bandiera blu” è, per certi versi, ancora più “sofisticata”. Voglio subito sgombrare il campo da eventuali futuri fraintendimenti : le mie ahimè numerose esperienze professionali, dirette ed indirette, nel settore della consulenza aziendale e della progettazione di sistemi produttivi, mi hanno reso oggettivamente scettico sulla inappuntabile validità di qualunque tipo di “certificazione di qualità” (quale è, appunto, anche la “Bandiera blu”). Spesso, le storture nascono dall’uso, improprio se non addirittura illegittimo, che i “Soggetti Certificati” fanno dello stesso “Certificato di qualità”, confondendo od aiutando a fare voluta confusione tra contenuto e contenitore. Spezzata una ben motivabile lancia contro le fin troppo libere applicazioni, in generale, del termine “qualità” e contro la presunta validità dogmatica delle relative certificazioni, delle bandiere, dei cappelli, delle stelle e delle statuette (ma certamente dimentico qualcosa), devo anche dire che poco mi appassiona la diatriba in atto basata sulle varie questioni formali e sui rapporti di qualsivoglia tipo tra i vari Soggetti coinvolti, indipendentemente dalla valenza e della fondatezza degli stessi. Tutto ciò per il semplice motivo che, a dispetto di tutti e di tutto, soprattutto in questo caso, il problema serio è quello della sostanza e non della forma. La “sostanza”. Ho letto frequenti richiami, a volte in positivo altre in negativo, al “marketing turistico” ed alla valenza strumentale in tale ambito della Bandiera Blu. Il marketing turistico è argomento serio e complesso, con specifiche peculiarità ben note agli Operatori di settore che saggiamente puntano sempre più sulla qualità (in senso lato: contesti, logistica, servizi, prodotti, eccetera) e sulla fidelizzazione del cliente, soprattutto tenendo conto delle criticità economiche in atto, della aumentata offerta turistica –quantitativa e qualitativa- sia nazionale che soprattutto internazionale, della globalizzazione informativa che facilita enormemente anche i confronti, della aumentata capacità ed economicità di mobilità delle persone. Comunque, anche il marketing turistico non può sfuggire a quella che è una fondamentale caratteristica comune a tutti i tipi di marketing di servizi o di prodotto : ciò che veramente conta, alla fine, ben al di là di quanto promosso, promesso e certificato, è la “qualità percepita”, senza alcuna possibilità di bluff o di concessione ad esso Siamo arrivati al punto, per quanto riguarda almeno Marciana Marina. Credo che tutti siano disposti a riconoscere al mio paese, almeno per adesso, un indubbio fascino paesaggistico ed umano, mentre, per il resto, le osservazioni non proprio positive, su situazioni, servizi di vario tipo ed alcune “qualità ambientali”, sarebbero numerose e troppo lunghe da descrivere qui dettagliatamente: tanto sono ben conosciute. Qui può stare, paradossalmente, il “pericolo” della Bandiera blu , cioè che venga interpretata come un (non riscontrabile) riconoscimento della validità turistica dello stato attuale (sia pure limitata al solo porto), quindi da perpetuare : sarebbe veramente miope. Ad esempio, qualcuno ha mai avuto modo di fare un confronto con altri porti e marine che abbiano, allo stato, ricevuto una Bandiera blu ? Meglio non farlo. Se invece, anche indipendentemente dalle modalità (che non conosco) di ottenimento, l’occasione della Bandiera blu viene comunque colta, oltre che come ben accettabile regalo per la promozione turistica, come stimolo per attivare un concreto processo di crescita e di miglioramento dell’intero “sistema-paese” , e non solo del porto, allora finalmente la valenza della Bandiera blu diventerebbe strategica e “sostanziale”.
Marciana Marina - Piazza di Chiesa