A volte i sogni si avverano, specialmente quelli brutti e perversi. Ho sognato Mirabilandia, un paese irreale che poteva sembrare il mio, Marciana Marina, come era fino a qualche anno fa: tutto era bello, sereno, tranquillo; gli abitanti erano felici, potevano parlare, esprimere le proprie idee; gli amministratori si mostravano attenti ai bisogni della popolazione, non erano mai vendicativi, non la facevano pagare a chi non la pensava come loro; frotte di turisti arrivavano nel centro del paese, si avviavano verso il “moletto” per escursioni nautiche, consumavano nei locali pubblici , dando un bel contributo alle finanze dei commercianti e del paese tutto, attratti anche dall’aspetto gioioso di un borgo marinaro intatto, con un lungomare incantevole, le persiane di legno, e gli alberi nei “giardinetti”; in luglio, un’importante rassegna musicale, l’Elbajazz, vivacizzava il paese attirando migliaia di persone. Poi….. tutto è cambiato…in peggio. Il lungomare, già penalizzato da interventi discutibili, rischia lo sconvolgimento definitivo; i begli alberi che ornavano i giardini e facevano ombra sono stati tagliati e ora si pensa di abbattere anche il pino che da decenni fa parte integrante del paesaggio. I nostri amministratori, se fossero a Pisa, sarebbero capaci di demolire pure la Torre, che pende e potrebbe essere pericolosa. Anche la manifestazione estiva più prestigiosa, Elbajazz, è stata “abbattuta” e sostituita da una pallida fotocopia. Ma quello che è cambiato di più sono i metodi. Da Mirabilandia ci siamo ritrovati a Vendettopoli: un altro paese, un altro modo di vivere, un altro modo di ragionare. Finita l’era di porgere l’altra guancia, siamo passati, d’emblée, all’ “occhio per occhio, dente per dente”: i dissidenti minacciati, la gente paurosa zittita, imprenditori seri penalizzati perché hanno il coraggio di parlare e manifestare le loro idee. Che importa del paese, della gente che arriva anche in stagioni morte, a rivitalizzare un’economia esangue dopo mesi di inattività? Al moletto non si imbarca più, tutti via, in fondo al porto, niente più centro, niente più visite. E il tutto, con una determinazione dirigenziale, la N. 4169 dell’ 11 maggio 2010(nel sogno vedevo il 41, anno della mia nascita e il 69, a tombola “su e giù”) che apparentemente risponde all’esigenza di disciplinare i movimenti del molo del Pesce, ma che in realtà non è che una strategia, furbesca ma irresponsabile, per legalizzare il dispetto e la vendetta. Irresponsabile, perché colpendo l’imprenditore si colpiscono le famiglie dei dipendenti e si colpiscono gli interessi dei commercianti locali, come d’altra parte è già successo o si è cercato di far succedere, con altri imprenditori di altri settori (supermercati). Forse i moderni triumviri (il partito fascista aveva i quadrumviri, cambiano i nomi, restano i metodi) erano convinti che nessuno se ne sarebbe accorto. Una verifica sul campo e una grossa riprova, se ve n’era bisogno, del “partito dell’amore” calato a Vendettopoli, con buona pace della libertà di pensiero. Così a noi che eravamo abituati a celestiali visioni, viene negata anche l’Aquavision. . Ma meraviglia il fatto che i dispetti dei nostri tre campioni siano supportati dagli altri bravi ragazzi e persino dalle rappresentanti del gentil sesso, a cui sentimenti come rancore e simili dovrebbero essere estranei. Imperversa ormai la furbizia, la perversione, l’odio e la vendetta; regnano i prepotenti, arroganti e autoreferenziali, e a chi ha il coraggio di aprire bocca, non potendogli tagliare la testa, si cerca di tagliargli almeno il portafoglio. Anche gli abitanti sono cambiati: non ci si ribella più, ci si rassegna; e i pavidi sono ormai la maggioranza. Ma non pensano i nostri eroi a quello che succederà quando il periodo del “terrore” sarà finito? A come si comporterà la gente? La storia insegna: vedere la Rivoluzione Francese e la fine di Robespierre. Mentre il sogno terminava, mi sono visto, tra due anni, prima del mio definitivo ritiro dalla politica, a fare l’ultimo comizio contro le malefatte dell’Amministrazione uscente e a sostegno di persone che curino veramente gli interessi di tutti e non solo i privilegi di una sola parte politica, in un paese libero, in cui sia consentito “addirittura” andare per mare a vedere i fondali e dove sia possibile parlare liberamente, senza dover temere vendette e ritorsioni. Ai liberi e forti, nel sogno, mi rivolgevo, come del resto era mia abitudine rivolgermi nella vita reale, nelle vere e sentite battaglie assieme a Piccio, Ciccio, Lorenzino, Cecco, Luciano, Remo, democristiani, comunisti e tanti altri. Altri stili, altri comportamenti. Dopo battaglie ed alterchi, si finiva sempre per porgere generosamente l’altra guancia. Ormai la gente ha dimenticato la discesa di Gesù e il suo insegnamento; ora imperversa la legge del taglione che purtroppo fa rima con……e forse sarebbe il titolo più azzeccato per il mio sogno. Ogni riferimento è casuale. Ed è un sogno che forse doveva rimanere nel cassetto. Un abbraccio a tutti, in libertà, con vero amore
Pasquale Berti