Un’altro lutto ha colpito la comunità di Capoliveri per la morte inaspettata di un uomo molto conosciuto e stimato, che aveva lavorato come insegnante presso le scuole elementari. La cronaca a volte riporta con titoli sensazionali eventi in cui si da notizia di una vita che ha cessato di esistere in modo violento. Ma in una piccola comunità, come è quella dell’Isola d’Elba, dove in buona parte tutti conoscono tutti, è inevitabile la riflessione su come spesso la vita di una famiglia possa essere sconvolta da un episodio così inatteso e lacerante. Viene poi da chiedersi, soprattutto a parenti ed amici, se magari il gesto accaduto avrebbe potuto essere previsto, se non ci fosse stato qualche segnale, ma poi inevitabilmente il ripercorrere con la memoria la ricostruzione di una vita, del comportamento di una persona. che per varie motivazioni, sensazioni, emozioni, ad un certo punto ha deciso di lasciare questo mondo, non può purtroppo cambiare lo stato dei fatti. Anche la scelta di lasciare la vita volontariamente ha un suo profondo valore e ci comunica in modo drammatico ed evidente la disperata solitudine di chi, senza più speranze, si è congedato da noi. E’ una solitudine che colpisce, spaventa, che spesso rimane incomprensibile soprattutto a parenti e amici, e che ci fa avvertire l’estrema precarietà di noi esseri umani, uomini e donne, di fronte alle difficoltà che la vita mette sul nostro cammino. Purtroppo davanti a eventi di questo tipo le parole scoloriscono e perdono ogni significato. Quello che possiamo fare è cercare di rispettare il dolore di una famiglia, di amici e parenti pur perseguendo il dovere di cronaca.