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Controcopertina - Contro il federalismo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 28 aprile 2010

Questa sera sono indignata, ma l’aggettivo è tiepido, non riesce ad esprimere quello che realmente sento, altri ce ne sarebbero, certamente più adatti, ma dovrei scendere ad espressioni scurrili, che la mia educazione non mi consente di usare. Ho assistito alla trasmissione di un talk show televisivo durante il quale, partendo dal fatto noto delle dimissioni dell’ex Presidente Ciampi, della scrittrice Dacia Maraini, del costituzionalista Zagrebelsky, dal comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ritenute ormai prive di significato, dopo le esternazioni farneticanti di un parlamentare che ha consigliato un altro uso del tricolore, altri appartenenti allo stesso gruppo, inneggiavano a propositi secessionisti, ritenendosi, forse, i migliori di altri. A tali persone vorrei ricordare che l’Unità d’Italia è nata proprio dalla loro misera condizione. Nel Sud c’era il Regno Borbonico, del quale i sudditi non si lamentavano più di tanto. La Toscana godeva del Governo Illuminato dei Lorena ( i primi ad aver abolito la pena di morte), al Nord il Piemonte godeva del governo dei Savoia, ma, sempre al Nord, una vasta parte d’Italia, il Lombardo Veneto, era ancora sotto l’oppressiva dominazione Austriaca. E’ stato proprio per liberare questi fratelli dal dominio straniero che da ogni parte d’Italia partirono e morirono migliaia di volontari che, uniti poi dal Generale Garibaldi, accarezzarono e realizzarono il sogno di uno Stato unitario. La nazione Italiana, aveva già i propri confini naturali, “L’Alpe e il Mare”, una propria lingua, creata dal toscano Alighieri nel 1300, nella sua “Commedia” e perfezionata dal lombardo Manzoni, che, per rendere comprensibili a tutti gli Italiani i suoi “Promessi Sposi” venne a” risciacquare i panni in Arno” ufficializzando così la lingua toscana, come Lingua di tutto il popolo Italiano. E, fu proprio Manzoni a scrivere, durante i giorni gloriosi del nostro Risorgimento: Chi potrà della gemina Dora, Della Bormida al Tanaro sposa, Del Ticino e dell'Orba selvosa Scerner l'onde confuse nel Po; Chi stornargli del rapido Mella E dell'Oglio le miste correnti, Chi ritogliergli i mille torrenti Che la foce dell'Adda versò, Quello ancora una gente risorta Potrà scindere in volghi spregiati, E a ritroso degli anni e dei fati, Risospingerla ai prischi dolor: Una gente che libera tutta, O fia serva tra l'Alpe ed il mare; Una d'arme, di lingua, d'altare, Di memorie, di sangue e di cor. (A. Manzoni- Marzo 1821) Molti martiri versarono il loro sangue per la realizzazione di questa Italia, ed altro Sangue ancora fu versato per liberarla dalla dittatura e dall’invasione, e garantirle la democrazia, e la libertà, fino a giungere, il 1 gennaio 1948, all’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana che, all’art. 5 recita: “ La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali…”e, all’art. 12 “ La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso.” Rivolgiamo il nostro appello al Presidente della Repubblica, ai Parlamentari che credono in questi valori: quando questi signori dileggiano ed offendono la nostra Nazione ed i Suoi simboli, denunciamoli. Esiste il reato contro l’integrità, l’indipendenza, o l’unità dello Stato art. 241 c.p. Applichiamo le nostre Leggi repubblicane contro coloro che tentano di trascinarci ancora verso lotte fratricide o l’ennesima guerra civile.


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