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Controcopertina - "Welcome" un film contro l'informazione padanizzata

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 27 aprile 2010

Pochi giorni fa ho visto un bellissimo film di Philippe Lioret intitolato “Welcome”. E una storia amara. E’ la storia di un ragazzo iracheno-curdo di diciassette anni che cerca di raggiungere a tutti i costi l’Inghilterra attraverso Calais nel nord della Francia per incontrare la ragazza di cui è innamorato. E’ una storia commovente e tragica; di quelle storie che ogni giorno succedono, ma che rimangono invisibili ai nostri occhi, celati forzatamente da una informazione “padanizzata”. E’ una storia che rivela le drammatiche condizioni dei migranti. Storie di povertà e di speranze vane, infrante dal fiuto dei cani lupo. E’ un film che andrebbe portato in giro per le scuole del nostro paese, in particolare in quelle zone del nord governate con cattiveria da sindaci con il fiocco verde nel taschino. I razzisti del Ku Klus Klan, quando andavano a bruciare le case dei neri d’America mettevano il cappuccio per non farsi riconoscere. In Italia, quelli con il fazzolettino verde, i “padani”, disprezzano e odiano gli stranieri a viso aperto, senza provare un minimo di vergogna. Gli italiani “brava gente” forse non esistono più, si sono ammutoliti di fronte all’imperversare del gelido “Vento del Nord”, foriero di disastri. Gli italiano siamo stati e siamo un popolo di migranti. Abbiamo sofferto la fame e la nostalgia per il paese d’origine, come soffrono questi nostri fratelli dalla pelle diversa. Gli italiani hanno cercato un’ occasione e un avvenire per i propri figli. Molti hanno raggiunto il benessere, affrancandosi dalla povertà e dal bisogno, hanno dato un futuro ai propri figli. Perché negare tutto questo agli altri? In virtù di quale legge naturale si può negare ad una persona il diritto di cercare la “felicità” in qualsiasi posto del mondo essa si trovi? Nel mio piccolo paese siciliano di 3 mila anime e ogni anno si organizzava la festa dell’emigrato che ritornava in paese dopo un anno di lavoro all’estero. Non maledivano il paese straniero che li ospitava. Anzi. Raccontavano storie di duro lavoro ma anche di benessere e di amori che nascevano dall’incontro di culture diverse. Molti si sono integrati perfettamente e non sono più ritornati. Gli stranieri che vivono in Italia possono dire la stessa cosa? Evidentemente abbiamo memoria molto corta. Vedere il trattamento che gran parte di noi riserva a questa povera gente, mi amareggia e mi mette in allarme. Cosa diventerà l’Italia se rimane ancora in mano a questa gente? Un partito dichiaratamente razzista, aiutato dal partito che si è definito “dell’ amore”, ogni giorno di più, cerca di rendere inospitale il nostro paese. Le politiche sociali sull’immigrazione sono stati appaltati irresponsabilmente al partito dal fiocco verde. Le norme preparate in parlamento, gli atti deliberati persino dai più piccoli comuni del Nord d’Italia che riguardano gli stranieri, tendono all’esclusione, alla separazione, alla segregazione. Chiudo con un auspicio. Spero di cuore che un nuovo 25 Aprile, una nuova Liberazione, liberi l’Italia da questi “stranieri Padani”. Una liberazione culturale, che passa attraverso le scuole, le piazze, i municipi d’Italia; affinché questi nostri disperati ospiti possano ritrovare nel nostro paese quella terra ospitale che è sempre stata; affinché possano trovare posto le legittime aspirazioni di benessere, lontani dalla violenza e dalla fame dei loro paesi d’origine, e dare un futuro ai loro figli.


manifesto padania libera

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