Sono le condizioni igieniche e sanitarie e la mancanza di generi di prima necessità le scintille che hanno fatto scattare la rivolta alla Casa di Reclusione di Porto Azzurro. Per protestare contro queste, circa 40 detenuti hanno preso in ostaggio due agenti della polizia penitenziaria. La rivolta è scoppiata vero le 19 di ieri sera. Ed è inutile dire come a molti non siano tornati alla mente quegli 8 giorni di terrore dell'estate del 1987 quando un gruppo di detenuti tenne in ostaggio 36 persone. Le trattative sono proseguite, serrate e sotto la minaccia dei rasoi usati come armi dai carcerati,per due. Per fortuna la situazione è tornata alla normalità grazie soprattutto alla grande professionalità degli agenti che sono riusciti a mantenere la calma e il sangue freddo nonostante le minacce. Dura la denuncia di Aldo Di Giacomo, consigliere nazionale del sindacato della polizia penitenziaria(Sappe):"Si tratta comunque di un episodio gravissimo per il quale non bastano punizioni esemplari nei confronti dei detenuti che si sono ribellati." Serve che il Ministero di Giustizia intervenga per porre fine alle condizioni di precarietà e di carenza di organico che caratterizzano la struttura. “Oggi a Porto Azzurro – afferma Di Giacomo – ci sono 320 detenuti a fronte di 121 agenti, quando invece ne servirebbero almeno 209. La cosa grave, poi, è che prima dell’estate è previsto l’arrivo di altri 300 detenuti. Il carcere non è in grado di accogliere questo numero di persone”.
carcere porto azzurro