E’ andata così. Un piccolo gruppo di vecchi e nuovi amici, tra un discorso e l’altro; così, proprio quando riemergono fatti del passato e quando riaffiorano ricordi che balenano con freschezza nelle facezie e nelle battute di spirito. Qualcuno è ritornato su un proposito non proprio recente, su un proposito che più di una volta era stato oggetto di conversazione, di memoria, e perché no, di nostalgia per chi ne era stato protagonista. Poi alcuni giri di una chiave da tempo inutilizzata e il cigolio di una porta metallica hanno fatto riemergere dal passato, e sotto un fitto velo di polvere il presepe meccanico di Rio che anni or sono venne allestito nella chiesetta sconsacrata “Delle anime”, giù. nello stretto vicolo di via Aspasia. Nella luce incerta della porta socchiusa, come emergenti dal fondo dell’ oscurità, si sono allora profilati i personaggi di sempre, quelli che “fanno” il presepe, sospesi nella ieraticità di gesti significativi e rituali. Molti, erano riversi a terra, deturpati dagli effetti della umidità dell’ambiente e dalla incuria di anni di abbandono. Qualcosa tuttavia restava a testimoniare l’impegno che un tempo era stato profuso nella realizzazione del progetto, ed era costituito dall’intricato sistema di pulegge e meccanismi vari, quelli che allora producevano effetti di animazione e di movimento, con effetti luminosi. Era stato un insieme di congegni quasi di sapore leonardesco, frutto di intuizioni e di scelte pratiche conseguenti a esperienze professionali maturate nel clima operoso della miniera, utilizzando materiali di risulta, reperiti con oculatezza anche fra oggetti ormai inservibili. In tal modo era stato allestito quel presepe, che proprio in virtù del suo accurato allestimento, a cui allora aveva presieduto il prof. Basili, era motivo di ammirazione da parte dei numerosi visitatori, durante l’anno, e non solo a Natale. Poi, per un insieme di circostanze di varia natura, la piccola chiesa delle Anime è stata chiusa al pubblico. Il presepe allora è stato confinato a poco a poco nella dimensione del ricordo. E’restato fino a poco tempo fa solo il cartello segnaletico, all’inizio di via Aspasia, poi anche quello è stato tolto, proprio per quella sua inutilità che più volte è stata oggetto di polemica paesana, quando deludeva gli ignari turisti che ne seguivano l’indicazione. Ed ecco allora che, quando ormai si pensava confinata solo nel ricordo, quella nostalgica iniziativa si è nuovamente imposta all’attenzione di un ristretto gruppo di amici, quasi tutti esecutori del presepe di allora. Non sono mancate perplessità per quanto riguardava le possibili fonti di finanziamento dell’opera, certamente non irrilevanti, eppure tutto è andato a buon fine, Uno stanziamento in bilancio promosso dal sindaco Schezzini ha ricevuto, con la nuova amministrazione di Alessi un ulteriore e decisivo incentivo che ha consentito l’esecuzione dell’opera. E ci si è messi al lavoro già da alcuni mesi, con un impegno davvero encomiabile. Raoul, Edoardo, Roberto, per le animazioni tecniche, e altri esperti esecutori di muratura e saldatura, e, infine, Rodolfo Battini, l’artista che sta realizzando la scenografia di un progetto, che insieme abbiamo elaborato, ispirandoci al noto quadro di Querena, “Sguardo sul canale” che fu esposto e presentato da Lucia Paoli nel municipio tre anni or sono, sono i veri protagonisti dall’opera. Si è a buon punto, con buona probabilità fra non molto, e forse prima dell’estate, Rio potrà arricchirsi nuovamente di una attrazione che un tempo ebbe successo. Sarà questa volta la ricostruzione di uno spaccato della vita sette/ottocentesca di Rio, incentrata su una significativa rappresentazione della Natività e modulato sui ritmi di una operosità antica, sullo sfondo di un paesaggio poeticamente intepretato.
Presepe Rio Elba i Falegnami