Per un pugno di voti, quelli che avrebbero consentito a SEL di superare la soglia del 4%, Maria Grazia Mazzei non è stata eletta in Consiglio Regionale. Ciò induce ad alcune considerazioni. La prima, scontata, che questa legge elettorale è ingiusta ed iniqua. Rossi, nell’incontro di Portoferraio, si è impegnato pubblicamente a cambiarla. Mi auguro che lo faccia approvandone una nuova che dia rappresentanza reale ai cittadini e che consenta agli elettori di scegliere le persone che vogliono. La seconda considerazione è che, alla luce dei fatti , l’idea e la possibilità di portare una candidata elbana nel parlamentino regionale era tutt’altro che peregrina. E se fosse dipeso dal voto della provincia di Livorno, e in particolare dell’Elba, ci sarebbe entrata in carrozza. E da qui una terza considerazione sullo straordinario risultato di Sinistra Ecologia e Libertà,un movimento ancora in fase costituente, privo di strutture e con scarse risorse finanziarie, che nel volgere di alcuni mesi è riuscito a radicarsi su tutto il territorio e a divenire il quarto partito elbano, sfiorando mille voti e attestandosi sull’8,7%, pressoché il doppio del dato provinciale Da una prima approssimativa analisi del voto emerge chiaramente che l’astensionismo, mai così diffuso ed esteso come questa volta, ha ridotto notevolmente il consenso elettorale di alcuni partiti in voti assoluti e in percentuale – il Pdl, per esempio, perde 4.155 voti e l’8,4% rispetto al dato più recente, quello dello scorso anno delle europee -, mentre altri, pur regredendo, riescono ad aumentare in percentuale,ed è il caso, per fare un altro esempio, del PD, che perde oltre 1.000 voti ma guadagna il 3,8%. Soltanto due partiti, Sel e l’Udc,vanno avanti in voti assoluti e in percentuale (da 876 a 929, più 53 e più 3,8% il primo, da 917 a 1.379 più 462 e più 7,6% il secondo), dimostrando capacità di espansione anche dinanzi ad una forte riduzione dei votanti ed incidendo, quindi, nell’elettorato dei partiti più grandi ma anche in quelli minori, basti pensare a RC e all’IDV, il primo che passa da 773 a 435 voti e il secondo da 1.033 a 687, ovviamente su scala elbana e sempre rispetto al dato del 2009. Non va meglio, qualsiasi cosa ne dica, la Lega, che cala di 231 voti passando da 844 a 613 pur aumentando dell’1,1%. Tutto ciò, però, non può e non deve esimerci dalla necessità di una profonda e seria riflessione sulle ragioni dell’astensione e di una così evidente e preoccupante disaffezione dei cittadini nei confronti dei partiti e della politica più in generale. Occorre avere l’onestà di riconoscere che l’astensionismo ha più o meno colpito dappertutto e che oggi ci troviamo dinanzi ad una decrescita della partecipazione al voto che pone degli interrogativi sullo stato di una già disastrata democrazia italiana. Questo voto ci parla di un vuoto – scrive Fulvia Bandoli -, o di moti vuoti, che vanno riempiti con un racconto nuovo per il nostro paese, fatto di principi comprensibili, di riforme concrete discusse con i cittadini, di idee innovative per cambiare la qualità dello sviluppo, di un impegno per rimettere al centro il lavoro ogni giorno dell’anno e la scuola che va a rotoli, di radicamento sociale…, mettendo democrazia al posto dei personalismi eccessivi, tolleranza e confronto mite dove adesso c’è insulto e settarismo, un clima che allontana le persone dall’impegno e alla fine anche dal voto. La politica, conclude la Bandoli, deve tornare ad essere una passione e non un mestiere. Un’analisi lucida e accorata che mi sembra ampiamente condivisibile e che ci stimola a capire meglio la realtà in cui operiamo per creare le condizioni di un forte cambiamento nel Paese e nella nostra isola.