PIANOSA: “Che la deserta e piatta isola rimanga tale”. Opportunismo da scienziato, quello espresso da Francesco Primo Vaccari, impegnato col Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) nel progetto PianosaLAB da 10 anni. E' proprio l'ideale situazione ambientale dell'isola campese a consentire studi anche a 4 università e 9 istituti di ricerca, tanto che i risultati sono raccolti da prestigiosi networks scientifici nazionali ed internazionali. Come di dire: Pianosa culla della scienza, fa parlare di sé in giro per il mondo, forse più del suo tesoro ambientale, delle misteriose catacombe, della villa romana di Agrippa ed anche della temuta riapertura del supercarcere per boss. Anche la rivista Nature riporta gli studi attuati dal Cnr sulla tormentata e abbandonata isola ex penitenziario, minacciata periodicamente dal nucleare, colpita di certo dal degrado edilizio. Ma mentre l'incertezza su Pianosa si prolunga dal 1998 ecco che scienziati vanno sul concreto e fanno vivere un laboratorio di studi ambientali che serve circa 250 ricercatori. In tanti l'hanno frequentata per due lustri e con 40 missioni compiute dal 2000. “Scopo del PianosaLAB- commenta Vaccari-è quello di analizzare lo scambio gassoso fra vegetazione e atmosfera, in un ambiente rappresentativo della regione Mediterranea, privo di rilievi, senza l’azione dell'uomo". Un modo per osservare il comportamento della natura e grazie ai 70 mila euro iniziali del Cnr, sono state installate sull’isola una stazione di misura dei flussi di carbonio e una stazione meteorologica, i cui dati sono visibili on line all’ indirizzo http://www.lammamed.rete.toscana.it” .I risultati sono nei networks di livello mondiale, tra cui quello di Fluxnet targato Nasa, Gtos della Fao e Lter gestito dal Corpo Forestale. Poi decine di convegni, 30 pubblicazioni che parlano dei valori matematici pianosini. “Circa il 77% della quantità annuale di CO2 assorbita dall'isola – conclude lo studioso- si verifica da Febbraio a Maggio e solo il 6% tra Settembre e Novembre. La CO2 assorbita nel periodo 2002 – 2009 dall’isola è comparabile ad altri ecosistemi simili, anche se Pianosa si colloca verso i siti meno produttivi”. Ecco che se sull'isola esistesse una coltivazione agricola a basso impatto ambientale, nel rispetto della sostenibilità, la produzione gassosa naturale potrebbe crescere, ma un futuro consapevole e utile per Pianosa appare ancora lontano, non a caso pare sorgere uno stop anche ai vigneti pianosini suggeriti da un piano agricolo regionale.
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