Tra pochi giorni saremo chiamati al voto per le quinquennali elezioni regionali. Seppure questi tipi di votazioni più volte hanno avuto un “imprinting” di valore nazionale, restano comunque nell’alveo delle elezioni amministrative ed è su questo tema che è bene soffermarci per valutare a pieno un’Amministrazione uscente, la quale potrà essere riconfermata oppure protendere per un’alternanza. Un elemento caratterizzante, riconosciuto da ogni parte politica, che può contraddistinguere una buona amministrazione regionale, è certamente l’approccio che la medesima ha dato al proprio mandato ( o mandati ) nei confronti della sanità, competenza che da molti anni è governata, sia per indirizzi, politiche, termini e flussi economici, dalle singole regioni. La stessa Mercegaglia ( Pres. Confindustria) ha richiamato gli elettori ad un voto indirizzato relativamente su questi temi, cioè quelli della sanità e del welfare, che ciascuna Regione ha implementato e offerto ai propri cittadini. Noi cittadini del “Granducato”, (e comunque tutti i votanti per ciascuna Regione), a questa domanda dovremo rispondere, esclusivamente in base ai dati oggettivi, non influenzati da ideologie, qualunquismo, superficialità e comunque dai vari “starnazzatori” nazionali. Sul tema dobbiamo desumere dai dati ufficiali, cioè quei particolari indici che possono avvalorare un voto nei confronti di una parte politica invece che di un’altra; il sistema di valutazione adottato a livello nazionale è stato messo a punto dal Ministero del Welfare ( il rapporto è sul sito lavoro.gov ) che ha introdotto 29 indicatori per quattro dimensioni, cioè riferite ai Livelli Essenziali di Assistenza ( LEA ): ospedaliera, distrettuale, farmaceutica, di prevenzione; per ciascun indicatore è stato stabilito un valore positivo o negativo ed il tutto è stato ulteriormente affiancato dalla relativa spesa pro-capite sostenuta. Ebbene sul podio per l’eccellenza dei servizi salgono la Toscana ed il Veneto che hanno ottenuto la positività piena in tutti i 29 indicatori, con l’Emilia al terzo posto con 27 indicatori. Seguono il Piemonte, la Liguria, l’Umbria, e le Marche. Nelle posizioni centrali troviamo il Trentino, la Lombardia, la Valle d’Aosta ed il Friuli. In coda sono la Basilicata, l’Abruzzo, la Sardegna, il Lazio, il Molise, e la Puglia. Ultime la Sicilia, la Campania e la Calabria. L’analisi condotta dal Ministero dimostra anche un’altra teoria, abbastanza recente; e cioè che dove c’è un livello di cure peggiori ci sono più sprechi e di conseguenza più disavanzi. Il Ministero sottolinea che l’82% di tutto il disavanzo della sanità nazionale proviene da tre regioni, e cioè Sicilia, Campania e Calabria. La tavola dei bilanci sanitari regionali ( al 31.12.2008 ) ci dice infatti che solo 3 sono le regioni che hanno bilanci in attivo e sono la Toscana (1°), il Veneto (2°) e l’Emilia (3°). Con questi dati e con la propedeutica riflessione nella premessa richiamata, il voto cosciente ci farà votare per l’Assessore alla Sanità uscente, Enrico Rossi, candidato alla Presidenza della Giunta della Regione Toscana.
Rossi enrico provincia