Anche Legambiente tra le 150 mila persone contro la mafia a Milano Una folta delegazione di ambientalisti ha partecipato alla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie Legambiente: “Ma sulle supercarceri il Procuratore Ingroia si sbaglia” C'erano anche le bandiere e gli striscioni di Legambiente questa mattina nel lungo corteo che ha sfilato per le vie di Milano in occasione della quindicesima “Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, promossa da Libera. Molti gli ambientalisti del cigno che da tutta Italia hanno raggiunto il capoluogo lombardo per unirsi alle oltre 150 mila persone che hanno riempito piazza Duomo, per rinnovare l'impegno contro ogni forma di criminalità organizzata. E sotto i propri striscioni, simbolo della lotta quotidiana di Legambiente contro l'ecomafia, i volontari del cigno verde hanno ascoltato e partecipato alla lettura, dal palco, degli oltre 900 nomi delle vittime morte per mano della mafia. “Come ogni anno abbiamo rinnovato la nostra partecipazione alla Giornata della Memoria – dichiara Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente - e ancora una volta siamo rimasti affascinati nel vedere tante persone comuni e tanti giovani scendere in piazza a manifestare la propria rabbia e il proprio impegno. Le persone presenti sono l'espressione della parte più pulita del paese, quella lontana dagli scandali ormai quotidiani e dalle beghe della politica”. Dal palco, anche don Ciotti ha ricordato l'impegno di Legambiente contro le ecomafie e ha ribadito che i reati ambientali devono entrare finalmente nel Codice Penale, anche utilizzando lo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare. E proprio dalla piazza di Milano l'associazione risponde alle dichiarazioni, comparse oggi su Repubblica, del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, in merito alla riapertura delle supercaceri di Pianosa e l'Asinara. “Abbiamo grande stima del magistrato Ingroia, ma quest'ipotesi ricorrente di riaprire le isole-carceri la riteniamo profondamente sbagliata. Sarebbe una scelta che butta via i soldi dei cittadini e fa strame dei gioielli del nostro Paese – questo il commento del vicepresidente di Legambiente - Abbiamo fatto presente anche al ministro Alfano e all'onorevole Lumia che avevano avuto la stessa idea, che riaprire Pianosa e l'Asinara non è esattamente come riaprire la casa delle vacanze dopo l’inverno – conclude Venneri - se c'è un problema di sicurezza, costruire carceri ex novo sarebbe più economico, più sicuro, più rapido e più rispettoso di ambienti di pregio faticosamente restituiti alla collettività”.
Pianosa