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A Sciambere penecefalico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 20 marzo 2010

Caro Sergio, ho letto attentamente il tuo A sciambere, con il quale hai replicato al mio intervento. Per prima cosa ho pensato che il tuo scritto è un saggio di politica che dovrebbe essere letto in tutte le aule delle scuole elbane durante l'ora di Educazione Civica (esiste ancora?). Poche volte (o forse mai) ricordo di aver letto una dissertazione così lucida e allo stesso tempo approfondita su quello che è lo stato dell'arte della politica elbana (e non solo). Poi ho fatto una seconda riflessione. Come posso essere io, uomo di destra, così rapito dal pensiero di uno che mi parla di Classe Operaia e di Comunismo, io che vengo da una storia politica opposta, vissuta nelle sezioni del MSI della provincia di Roma (ai tempi delle "fogne") ad attaccare i manifesti con scritto "Boia chi molla"? Poi ho capito. Il tuo saggio non tratta di politica, ma di etica politica. Non potremo mai essere in contraddizione su quelli che dovrebbero essere i temi condivisi da tutti, che trattano di regole scritte e morali da rispettare, di un' etica che, pur nella diversità delle ideologie, dovrebbe essere patrimonio comune dell'Uomo, intenso nella più alta accezione illuministica (quella di Kant). Non potremo mai confrontarci sulle idee della politica se noi stessi ancora non riusciamo a definire il significato della politica nel contesto sociale dell'isola. Cazzo Sé', in poche parole siamo ancora a livelli così primitivi che spesso passiamo per eretici, tonti ed anche un po' teste di cazzo.. Stammi bene, un abbaccio, Gianluigi Caro Gianluigi Ci ho riflettuto un po' (e si vede dall’abissale ritardo) prima di decidere se pubblicare quanto scrivi, mi trovo decisamente meglio a rispondere a chi mi contesta piuttosto che a commentare quello che scrive chi mi dà ragione, figuriamoci poi se espresso in tono elogiativo. A proposito, assai prima che le opere del direttore di Elbareport sarebbe bene che si leggesse, spiegasse, commentasse in tutte le scuole la Costituzione della Repubblica Italiana, magari per estrarne un sunto "ad usum delphini" comprensibile perfino per le ministre di coscialunga, da mandare al Governo. Dicevo comunque che ho deciso di farlo perché tra mail e telefonate giunte in redazione e citazioni in diretta in riunioni in poche ore sono state circa una decina le persone che hanno commentato posivamente il tuo articolo e la mia risposta. Segno certo caro Gianluigi che ci abbiamo preso (come ribadisci) nell'ipotizzare un bisogno di "Etica Politica Nuova" che si sta affermando almeno tra le persone perbene e raziocinanti di quest'isola. E' un'occasione che non va persa. Io comincerei in tal senso dopo aver fatto tante battaglie "contro" a rilanciarne (ma veramente) una "per". Mi riferisco alla secondo me assolutamente non rimandabile questione del Comune Unico dell'Elba, cartina di tornasole non per capire chi sta a destra e chi sta a sinistra, ma per capire chi riesce "a sbottonarsi il cervello con la stessa frequenza dei pantaloni", e i benaltristi che vogliono il popolo isolano sparpagliato in 8 comuni e 20 campanili, perché il divide et imperat, qui butta particolarmente bene, perché una coscienza comprensoriale tra la gente c'è, mentre scarseggia in una classe dirigente isolana vecchia, lisa, pallosa ed eternamente autoreplicante in un infinito gioco dei quattro cantoni. Tra poco quindi, passate le elezioni, sufficientemente lontani da scadenze elettorali nazionali e regionali (in prossimità delle quali ci si dovrebbe dividere sui grandi temi della politica), e pure dalla maggior parte di quelle locali, che comportano il devastante effetto collaterale della discesa in campo di stuoli di furbi interessati e di ambiziosi sciocchi, credo che sarà il caso di rimettersi a parlare tra persone serie di sinistra di destra, di centro di sotto e di sopra, proprio di una riforma etica della politica, non in astratto ma in concreto, partendo proprio da un riassetto istituzionale che solo chi ha gli occhi foderati di prosciutto, o viaggia in orbita in attesa di improbabili docking o ancora è in dichiarata malafede, può pensare dannoso: la costituzione di un unico comune isolano con otto municipi destinati non solo a fungere da punti di erogazione di servizi, ma pure da strutture capaci di esercitare l’ascolto democratico delle istanze e promuovere la partecipazione. Un abbraccio sergio PS sulla penecefalia Gli aborigeni australiani chiamano, come saprai, la creazione “il tempo del sogno” convinti che siano i sogni degli esseri umani materializzarsi in forme della natura. Possiamo mutuare questa concezione in politica dicendo che solo chi ha cercato di trasformare i suoi (piccoli o grandi) sogni in realtà ha poi realmente inciso sulla trasformazione della società e sulla sua crescita. Se non ci fosse chi va controcorrente non ci sarebbe alcuna evoluzione. Se ci pensi bene ad essere definiti eretici e teste di cazzo ci si ritrova, dando un’occhiata al passato, in ottima compagnia.


Gianluigi Palombi

Gianluigi Palombi