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La Legge NON è uguale per tutti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 07 marzo 2010

La Legge si applica per gli avversari, per la maggioranza si interpreta. Mi domando: se le liste irregolari fossero state liste dell'opposizione, come sarebbe andata? La realtà è che siamo un pèaese in catene, e le chiavi le ha Berlusconi, Come dice Vittorio Agnoletto. Un Leader normale, in un Paese civile, avrebbe dovuto presentarsi ammettendo gli errori compiuti dal suo schieramento ed assumendosene la responsabilità, attendendo il giudizio dei TAR e chiedendo alle altre forze politiche se, in caso di risposta negativa, si potesse pensare ad un percorso condiviso per rendere la competizione elettorale completa e reale, nell'interesse dei cittadini. Ma no, Berlusconi ed i suoi cortigiani non hanno mai nemmeno pensato a qualcosa del genere. Abbiamo visto il solito vecchio film: l'aggressione all'opposizione, proclami minacciosi, la forzatura delle regole, fino all'abuso di un decreto legge, con tutta evidenza incostituzionale, in un Consiglio dei Ministri notturno. E la legge, anziché in nome del popolo, viene fatta a propria esclusiva convenienza, un decreto pret-a-porter, cucito su misura per nascondere gli errori e le mancanze della propria parte politica a Roma e a Milano. Assistiamo ad un enorme sopruso, ad una manipolazione delle regole a proprio beneficio esclusivo, in una dimostrazione combinata di incapacità, arroganza, prepotenza ed eversivo disprezzo delle regole. E' l'orgia di un potere che non ammette limiti e controlli, che rompe ogni norma o consuetudine a proprio comodo e piacimento. Le responsabilità di una simile regressione democratica hanno una paternità precisa: provengono dal Pdl. E' la rivelazione della concezione berlusconiana del potere esecutivo, fuori dalle regole che lo disciplinano e regolano: l'abuso di potere normalizzato, la via per imporci un nuovo ordine di fatto, costituito da abusi quotidiani giustificati per pretese necessità eccezionali.... Noi (vorrei dire noi tutti) rileviamo però in questo un segno di debolezza politica. In sostanza, un leader e uno schieramento che ricorrono reiteratamente all'abuso di potere per fare politica, non devono, non possono durare. Come affidare il governo di una Regione o dell'intero Paese a chi, per incapacità o sbranamenti interni al sodalizio, non riesce ad organizzare una semplice presentazione di liste? A chi mostra insofferenza alle leggi ed alle regole della democrazia, non perché ritenute ingiuste, ma perché non si riconosce sempre e comunque soggetto ad esse? A chi ricorre regolarmente a provvedimenti urgenti per la necessità di cambiare le carte in tavola, solo per la sua convenienza (al tavolo verde sono noti come bari) e per tutelare il proprio potere? A chi si preoccupa con urgenza solo di stare in sella mentre il Paese e la Società vanno alla deriva nell'economia, nell'occupazione, nella scuola, nell'assistenza sanitaria e nei servizi, insomma, mentre tutti i parametri di una società civile sono in arretramento....? Il voto per il PdL non è nemmeno un voto inutile, è piuttosto un voto dannoso. E' un voto per la regressione, contro la democrazia, ed io NON SONO E NON SARO' COMPLICE


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