Se il vituperato (e mai abbastanza rimpianto) governo Prodi, sotterrato dai tradimenti centristi e dal veltrusconismo, molto più della rissosità della sinistra di cui si continua a favoleggiare (o faveggiare, che ci sembra più adatto), si fosse azzardato a compiere un atto non pari, ma lontano parente, di quello commesso nottetempo dalla ristretta corte del Monarcore, quella “patacca” di decreto “interpretativo”, che potrebbe ridursi ad un semplice “ci importa una sega se abbiamo violato delle regole, noi le riscriviamo a posteriori e siamo in regola”, avreste sentito levarsi al cielo urla da ultras e strilli da checche isteriche, avreste sentito parlare di golpe della sinistra, di attentato alla costituzione, sarebbero scesi armati in campo il massone pidduista Cicchitto, il duo- voltagabbana ex-radicale Quagliarello-Capezzone, il converso ex-comunista Bondi, il raccomandatore aquilano Verdini e giù giù (ma non molto) verso l’ultimo della banda degli assoldati capace di leggere, scrivere e far di conto, tutti uniti a difendere “la legalità”. E invece i lanzichenecchi di Berlusconi scenderanno in campo nelle prossime ore uniti nelle difesa di chi ha usato violenza non solo alla legge, ma anche al senso comune, e uniti, tanto per cambiare nel più spudorato mentire, anche con la collaborazione di un’informazione televisiva asservita in parte massima al re, li sentiremo raccontare la favoletta dei burocrati che vogliono impedire l’esercizio del voto, laddove a Roma ad esempio il ritardo nella presentazione delle lista, anzi la non presentazione della lista del centrodestra, era il frutto di uno sbudellamento interno del PDL, non ancora risolto alla scadenza del termine DI LEGGE per la presentazione. Hanno fatto bene ad agire nottetempo il monarca e il consiglio della corona, è nottetempo che si fanno queste cose, poi si può lasciare col favore delle tenebre il posto in auto blu senza timore di essere visti in faccia. Ci viene da pensare, tra tutti i protagonisti di questa squallidissima vicenda, ad uno in particolare: al povero ministro Brunetta al quale qualche impiegato bighellone potrà contestare che il suo non è un ritardo bensì una interpretazione dell’orologio.
lutto per la democrazia