Nel 45/46, dopo la vittoria degli alleati e del cln, nel giro di una manciata di mesi buona parte degli italiani si scoprirono ex partigiani. Si tratta, sembra, di una specie di riflesso pavloviano tale da rendere più soddisfacente e gratificante per la nostra intima natura l'adesione al gruppo dei vincitori piuttosto che a quello dei vinti. L'operazione ci permette, fra l'altro, di evitare un esame dei nostri comportamenti reali, esame che potrebbe risultare spiacevole per il nostro amor proprio e per la considerazione, generalmente alta, che ognuno ha di sè stesso. Ora, naturalmente fatte le debite proporzioni, qualcosa di simile si sta verificando anche sullo scoglio, in relazione alla battaglia sui tralicci. Pur se il merito di questa prima, e non definitiva, vittoria risulta palesemente da ascriversi soprattutto alla tenacia e alla capacità organizzativa che il comitato promotore dell'interramento totale ha saputo sviluppare nei mesi scorsi, coinvolgendo i cittadini, gli studenti e le forze sociali più attente, mobilitando gli elbani nel loro insieme e travolgendo l'inerzia con la quale le amministrazioni locali stavano subendo l'impilonatura, assistiamo ora ad alcuni simpatici quanto infantili tentativi individuali o di gruppo di appropriarsi dell'onore di aver costretto terna allo stop, tralasciando gli oneri derivanti dal non averci pensato prima. Senza attizzare polemiche che potrebbero indebolire lo schieramento unitario antitorri visto che la battaglia è appena cominciata e dovrà continuare anche dopo le elezioni, credo tuttavia sia il caso di riconoscere che, prima che ad ogni altro, il merito di questo parziale ma fondamentale risultato (se lo stop ai lavori sarà confermato) va al comitato "no tralicci" e a tutti gli elbani (e non) che hanno fatto propria la difesa della terra e del mare sui quali vivono (o che amano).
mitile cozza