In pochi ricordavano l'esistenza della vecchia cisterna in quel rudere nella parte alta del paese, ma i miagolii insistenti avevano attirato l'attenzione degli abitanti della via. Così qualcuno era entrato nella casa diroccata da cui provenivano ed aveva scoperto, in un deposito dell'acqua profondo più di tre metri accessibile solo da una botola sul soffitto, una gatta ormai allo stremo delle forze. La cosa era stata segnalata al Comune ed il Vicesindaco Fabrizio Sivori si era recato sul posto per verificare la possibilità di portare fuori l'animale. Sceso nella cisterna con una scala di fortuna si era trovato di fronte ad una scena raccapricciante: dalla pozza d'acqua sul fondo, oltre a macerie varie, rifiuti ed una bicicletta da bambini emergevano i resti di almeno due gatti in stato di decomposizione. Impossibile catturare la gatta sopravvissuta che, terrorizzata, non si faceva avvicinare. Il Vicesindaco Sivori ha provveduto a lasciare del cibo per gatti nel deposito ed ha contattato la signora Anna Triscari, una delle responsabili delle locali colonie feline. Anna ha chiamato la nostra ssociazione e Francesca ha organizzato il salvataggio. Muniti di tute, stivali, torce e soprattutto di una coperta, di una gabbia e di doppi guanti ci siamo calati nell'antro. La situazione era davvero terribile e la cattura della gattina si è rivelata complicata. Alla fina siamo riusciti ad immobilizzare la micia e, dopo qualche morso, a metterla in gabbia. La gatta è stata portata in una zona del paese attrezzata dall'amministrazione con distributori di cibo secco per i randagi delle colonie protette e là, finalmente liberata. Il sindaco Alessi, immediatamente informato dell'accaduto, si è personalmente attivato per far mettere in sicurezza la pericolosa cisterna, soprattutto considerata la presenza di un pallone da calcio all'interno del rudere e della bicicletta nel deposito, segni forse di frequentazione da parte di ragazzini. Una piccola storia finita bene grazie alla collaborazione tra volontariato e pubblica amministrazione. Ci piacerebbe che la sensibilità ed il rispetto per gli animali abbandonati e maltrattati fossero sempre così condivisi, anche in ambiti più onerosi e complessi. Ci riferiamo, salvo rarissime eccezioni, alla scarso impegno delle istituzioni elbane nei confronti della lotta al randagismo, ed in particolare delle nuove difficoltà sul percorso verso il canile comprensoriale e dell'abbandono quasi totale di chi si occupa, a sue spese, delle colonie feline. Ricordiamo per l'ennesima volta ai sindaci elbani che la responsabilità diretta nei confronti dei randagi, cani o gatti che siano, è delle singole amministrazioni (così come detta la legge 281 del 1991) e che tutti i Comuni elbani sono, in un modo o nell'altro, ancora inadempienti di fronte alla legge ed ai loro concittadini.
gatta in cisterna 1
gatta in cisterna 2
gatta in cisterna 3