caro direttore, a proposito di pini: sono ripassata dopo qualche mese di assenza da piazza Gramsci, di fronte al teatro di Portoferraio, e sono rimasta di m... vedendo che i due pini della piazza sono stati abbattuti, in particolare quello al centro, che era bellissimo. La piazza, già distrutta dalle auto e dalle micidiali fioriere in cemento, non esiste più. un signore presente dice che i pini sono stati abbattuti "perché davano fastidio a qualcuno", io so che oggi di solito gli alberi vengono abbattuti solo se malati e 'pericolosi' (che di solito è una scusa). da voi per caso qualcuno ne sa di più? la ringrazio se vorrà rispondermi. Carla Buttazzi - Bologna/Rio nell'Elba Gentile Signora Carla Francamente non capisco perché lei sollevi un tale problema: i pini, come tutti i cittadini avvertiti sanno, sono piante estremamente nocive fattispecie se inseriti nelle zone urbane! Non pensa a come il fall-out resinoso deturpa le preziosissime auto dei cittadini? O forse lei fa parte di quella schiera di retrogradi nemici del progresso, che annette più importanza alla permanenza di uno stupido pino rispetto alla durata in bellezza del nostro sacro tecnologico cocchio? O ancora fa parte di quella schiera di animalisti-vegetalisti che affermano che è più utile la permanenza in vita un pino rispetto a quella di un geometro e/o architetto in quanto il primo saggiamente tace, fa ombra e pinoli, non presenta parcelle e non fa danni? L'estetica nuova, l'estetica dell'ordine aborrisce il villoso, l'escrescenza, il confuso, il nature; teste da marine, toraci glabri, linee pure di scatoloni gattaio-portuali e gittate a netti rasati spigoli sono i suoi emblemi. Che c'entrano i Pini, disordinati aghiferi e retrò? Se una scure, o meglio la moderna ruotante mannaia di un audace futurista motosegaiolo, giusta calò, perché farne un caso? mi scusi eh, ma lei, felsinea del coccolo in su, che s'impiccia dei destini dei pini ferajesi, su cui hanno diritto di vita e di morte solo i preclari e i più alti tra i Cosimopolitani? Infine col Poeta: "Vuolsi così colà dove di puote - ciò che si vuole, e più non dimandare"
portoferraio teatro dei vigilanti