Caro Sergio A proposito di terna, o meglio dello scempio ambientale che intanto sta provocando la posa dei tralicci. Da anni, come abitanti di San Giovanni chiediamo alla Provincia il taglio del pino (dicesi numero uno pino) che si trova proprio all'incrocio della Provinciale perché a chi viene da San Giovanni, impedisce completamente la visuale verso sinistra della corsia stradale, e rende molto pericolosa l'immissione sulla medesima. Basta contare i morti che ci sono purtroppo stati proprio lì. In un primo momento ci dissero che non potevano tagliarlo perché poverino, poi che era colpa dell'inciviltà degli automobilisti che vanno troppo veloci, infatti furono posizionati i cosiddetti dissuasori, poi tolti. In seguito hanno detto che siccome faranno una rotonda non serve tagliarlo, infatti il pino é sempre lì Secondo me il fatto è, che le società per azioni contano sempre di più delle società civili dei poveri cristi. Saluti elettrizzati da San Giovanni. Maristella Giulianetti Cara Maristella La lettera che invii mi pone non poco “in barchetta”, e ti spiego perché se hai pazienza di seguire il mio ragionamento. Come ben sai ho pure io qualche quarto di sangiovanninità avendo abitato qualche annetto a San Giovanni e tornandoci spesso a mangiare da Franco o semplicemente per rivedere quello che per me resta uno dei più bei panorami che uomo e natura abbiano insieme costruito: Portoferraio che si stende sul mare. Forse è per questo che mi incazzo così visceralmente con la cementificazione waterfrontuale prossima ventura, che schermando quello scorcio, farà da perfetto contrappunto ai megapipi metallici dell’elettrodotto a monte, due segni di inciviltà paesaggistica uno in front all’altro. Per la stessa frequentazione debbo darti almeno parzialmente ragione: quel pino in effetti riduce la visibilità, ma (e qui sta la modesta imbarcazione) sto anche dalla parte dei pini, quelli che fanno della Provinciale a San Giovanni una splendida galleria verde. Mi opposi (senza fortuna) alla “rasatura” di via Ninci e Via Marconi che senza i pini sono oggi a mio parere assai più squalliducce, mi oppongo alla devastazione di Piazza Pietri che da piazza alberata diverrà spoglia chiostra pedonalizzata. Ora però ragionando sul bivio di San Giovanni e sugli incidenti anche purtroppo mortali che vi si sono verificati va osservato che la parte maggiore di questi è stata causata o ha coinvolto veicoli che piuttosto che provenire da San Giovanni, deviavano in direzione di San Giovanni senza responsabilità alcuna del pino a cui proponi di fare la festa. Io credo da sempre (e l’ho pure scritto a più riprese) che là dovrebbe starci un impianto semaforico, che al pari del suo “fratello” di Casa del Duca, rallentando la velocità di percorrenza del piano di San Giovanni farebbe (come è accaduto) diminuire sia la sinistrosità e la mortalità di quel tratto, e renderebbe perfettamente sicuri, pino o non pino, ingresso e uscite da/per San Giovanni. Poi verrà la megarotatoria alla quale si è pensato, ovviamente, non in funzione dei poveri cristi ma per la portualità turistica di cui sopra, quella che (sempre a proposito di barchette) prevede, come mi diceva tuo fratello Natalino, che i pensionati a San Giovanni “alino” alla sera le loro barchette sui parati in secco, nello spazio loro riservato, e le mettano in mare ogni volta che le vogliono utilizzare. Giusto, così fanno un po’ di ginnastica geriatrica. Mazzei si tenga pronto col defibrillatore, però.
Portoferraio da San Giovanni calma piatta