Vediamo che il Pd di Rio Marina è molto soddisfatto perché un Consorzio “rosso” si sarebbe appropriato per un piatto di lenticchie (4,5 milioni di euro rispetto agli 11 dell’asta iniziale ed agli 8,8 milioni dell’asta successiva, che rappresentavano già una generosa svendita da parte dell’Agenzia del Demanio) di un pezzo di storia e paesaggio elbani per costruire sui sei ettari del compendio minerario di Vigneria, un promontorio a picco sul mare, 47.500 m3 di strutture ricettive e mini-appartamenti ribattezzato con l’imbarazzante nome di “Villaggio Paese”. Si tratta dello stesso consorzio di cooperative che ha già realizzato all’Elba discutibili e pesanti operazioni edilizie, compresa un’incursione nel discusso affare degli appartamenti Peep (Piani di edilizia economica e popolare) di Marina di Campo, poi finiti in parte sul libero mercato immobiliare, nelle agenzie con assicurazione di allegata concessione di residenza al momento dell’acquisto, o addirittura su e-bay per il mercato degli affitti estivi. Si tratta anche dello stesso Consorzio che, secondo le intercettazioni telefoniche rese note dai giornali, è in queste ultime settimane assurto agli onori della cronaca per i vari pasticciacci edilizi-urbanistici emersi in Toscana e addirittura nelle intercettazioni riguardanti la “cricca” e la galassia imprenditoriale e politica intorno al “sistema gelatinoso” che è dietro la sconvolgente e ributtante vicenda della protezione civile, del G8 e della ricostruzione de L’Aquila. In altre epoche “il Partito”, davanti ad un disastro finanziario per lo Stato come il Villaggio Paese e ad una vicenda che ha pesantissimi risvolti nazionali, si sarebbe preoccupato invece di gioire e probabilmente avrebbe almeno osservato un prudente silenzio, oggi invece il Pd rivendica (forse temendo che lo faccia prima il Sindaco-onorevole-candidato alla presidenza della regione Francesco Bosi) la paternità e la bontà “sviluppista” di un’operazione che è sempre più evidentemente una colossale speculazione edilizia che ripropone un modello turistico coloniale, quello dei villaggi turistici chiusi ed autosufficienti da centinaia e centinaia di posti letto, che non si fa più nemmeno dei Paesi del Terzo Mondo. Il tutto con l’appoggio di Provincia e Regione che nei loro documenti urbanistici dicono che bisognerebbe andare in tutt’altra direzione, diversa dalla rendita e dall’occupazione del territorio… Un fulgido esempio del parlare bene e razzolare male. Che dire? Complimenti al Pd per la coerenza suicida con la quale ha sostenuto l’ecomostro di Vigneria, questo disastro economico, paesaggistico ed ambientale del Villaggio Paese, ed auguri per i suoi “compagni” costruttori!
Villaggio Paese Piano Attuativo