La lotteria del Villaggio-Paese dovrebbe averla vinta il noto Consorzio Etruria che ha offerto 4.500.000 euro, una cifra ridicola in rapporto al reale valore di quanto è stato messo all'asta. Il consorzio rosé avrebbe sbaragliato la si fa per dire concorrenza costituita da un'altra unica offerta di una ancor più risibile cifra: 1.000.000, avanzata dalla Vanni Pierino s.r.l. di Cecina. All'Agenzia del Demanio sarebbe pervenuta pure una terza busta (non sappiamo ancora da parte di chi) per una cifra ancora ignota ma l'offerta è giunta fuori dai tempi stabiliti. Quello che si profila insomma è qualcosa di realmente sconvolgente: i vincitori della gara per un pugno di spiccioli si approprierebbero di una enorme porzione di territorio all'interno del compendio minerario nel Comune di Rio Marina, sulla quale grazie alle scelte urbanistiche della Amministrazione Bosi avallate dalla si fa per dire opposizione di centrosinistra, si potrà edificare un ecomostro (o svariati ecomostriciattoli) per un totale di quasi 50.000 metri cubi fino ad implementare enormemente la ricettività (o più probabilmente le seconde case) di un comune il cui centro storico, che sorge a qualche centinaio di metri da questa Rio Marina2, è già in parte svuotato. Ed il Comune di Rio Marina che contava di rimpinguare le sue finanze con questa cessione, spettandogli il 15% del ricavato, guadagnerebbe nientepopodimenoché 675.000 euro (!) dalla più importante dismissione di patrimonio pubblico che si ricordi all'Elba. Prezzi da fallimento che rappresentano il prezzo di un fallimento politico di tutta una comunità che ha deciso di svendere perfino la sua storia, con questa scervellata operazione contro la quale per contare quelli che si sono battuti, se si escludono i movimenti ambientalisti e la cosiddetta "sinistra antagonista", bastano le dita di una mano monca. Per avere un'idea di ciò che si verificherebbe i "vincitori" potrebbero edificare con una incidenza di circa 300 euro per mq dell'acquisto del terreno (per trovare condizioni simili occorrerebbe forse emigrare dall'Europa comunitaria). Se sembrava a chi ha un briciolo di dimestichezza col mercato assolutamente non congrua la base della prima asta che sommava circa 11 milioni ed inaccetabile il ribasso ai circa 8,8 della seconda (andata deserta come la prima) non ci sarebbero aggettivi adeguati a commentare un ricavo di 4 milioni e mezzo. Come i lettori avranno notato abbiamo steso queste note informative sempre usando il condizionale e ciò non deriva solo dalla non ufficializzazione dell'esito della gara (che comunque ci dicono dovrebbe aver luogo tra diversi giorni) ma perché ripercorrendo il bando non siamo così sicuri della "ineluttabilità" del compimento delle operazioni, visto che l'agenzia si è riservata (almeno!) la valutazione della congruità. Inoltre è un condizionale di speranza, speriamo ancora che esista una possibilità di intervento di un soggetto sovraordinato (come il Governo) che blocchi quello che si profila come un doppio insulto per l'Elba: Una svendita del territorio in vista di una devastazione ambientale.
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