I Carabinieri della Compagnia di Portoferraio sono stati impegnati, durante la scorsa settimana, in un controllo a tappeto di quegli esercizi commerciali che abitualmente vendono tra gli altri oggetti anche i così detti puntatori laser (utilizzati, soprattutto, come indicatori al posto delle tradizionali bacchette o come accessori delle armi-giocattolo), per verificare la presenza sul mercato di quelli illegali, ovvero di quelli che per classe e potenza superano i limiti imposti dalla legge a tutela della salute o non presentano dati sulla certificazione che ne garantisce la regolarità. L’esito è stato positivo, anche perché sono stati sequestrati all’Isola d’Elba trenta puntatori e denunciate in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria due persone per il reato di immissione sul mercato di prodotti pericolosi. Recentemente si sono, infatti, moltiplicati anche gli episodi di giocatori di calcio “accecati” dal fascio laser puntato da alcuni “tifosi”. Il fenomeno è al momento sotto l’attenzione dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, con lo scopo di varare norme per evitare che vengano introdotti negli stadi strumenti idonei ad arrecare anche il solo disturbo (e non anche il danno) agli atleti, come ad esempio i puntatori laser, prevedendo altresì sanzioni amministrative per i trasgressori. Altri recentissimi episodi di cronaca hanno riguardato comunque sempre l’uso improprio di puntatori laser, avvenuti in luoghi aperti al pubblico ed altamente frequentati, che avrebbero potuto comportare danni alla retina di ignari cittadini. Tali avvenimenti hanno fatto quindi emergere l’esigenza di procedere ad un capillare controllo della regolarità del commercio nello specifico settore. All’interno di questa cornice di tutela della salute pubblica si inseriscono le verifiche effettuate durante tutta la scorsa settimana dai Carabinieri della Provincia di Livorno, tra cui anche quelli della Compagnia di Portoferraio, per evitare la vendita di puntatori di classe pari o superiore alla 3, essendo infatti raggruppati tali strumenti in 5 classi. Ogni apparecchio è munito di due targhette che ne descrivono le caratteristiche e avvertono l’utente circa la pericolosità dello strumento. In particolare, una delle informazioni più importanti tra quelle riportate è quella che indica la classifica del laser, poiché un’Ordinanza del Ministero della Salute del 1998 vieta la collocazione sul mercato di puntatori di classe 3 o superiore, in quanto sono ritenuti in grado di procurare danni alla retina. Proprio l’individuazione di questi laser, tra quelli posti in vendita, era l’obiettivo dei Carabinieri che hanno effettuato i controlli. L’esito dell’attività (disposta dal Comando Provinciale dell’Arma di Livorno) è stato positivo, perché in ben due occasioni, su circa 25 esercizi pubblici dell’Isola d’Elba controllati, sono stati trovati e sequestrati 30 apparecchi laser pericolosi. Il primo caso è stato riscontrato a Porto Azzurro, dove i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria una commerciante elbana di 45 anni, che aveva posto in vendita ventidue puntatori laser di classe 3-a. Il secondo caso è stato registrato a Portoferraio dove i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato in stato di libertà all’Autorità un commerciante elbano di 75 anni, che aveva messo a disposizione dei clienti otto puntatori laser illegali. In entrambi gli episodi citati, gli oggetti sono stati tutti sequestrati e tra questi è stato ritirato dalla vendita anche un puntatore laser di classe 2 che non aveva il previsto marchio CE, come invece prescritto dall’Ordinanza del Ministero della Salute. Il risultato conseguito dai Carabinieri è stato positivo anche per il fatto che i controlli effettuati sono stati comunque un’occasione per informare i commercianti e i cittadini dei potenziali pericoli di uno strumento che apparentemente può sembrare innocuo, ma che in realtà deve essere utilizzato con cura e prudenza per evitare danni permanenti alla salute.
Carabinieri sequestro laser