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I miniappartamenti della Costa dei Barbari sulla Chiesa romanica di San Bennato?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 14 febbraio 2010

ll 29 novembre 2009 il Consiglio Comunale di Rio Marina ha approvato definitivamente, praticamente all’unanimità, il “Piano di Recupero di iniziativa privata “Costa dei Barbari”- Loc. le Paffe - Frazione Cavo”. In quell’occasione lo stesso Sindaco Onorevole Francesco Bosi, candidato per l’Udc alla presidenza della Regione Toscana, fece presente che «Vi sono state vicende giudiziarie a tutti note ed un procedimento penale in cui l’Amministrazione Comunale si è costituita parte civile. L’Amministrazione Comunale aveva già adottato un Piano di Recupero che ha seguito il suo iter, poi il procedimento aveva subito un arresto per problemi idraulici riguardanti il Fosso Baccetti. Questo vincolo di carattere idrogeologico ha impedito l’ottenimento del parere favorevole. Successivamente il P.d.R. è stato ritenuto attuabile a condizione che venisse risolto il problema idraulico. La Provincia di Livorno per mancanza di risorse ha rinviato la soluzione di anno in anno. La problematica si è quindi risolta perché la proprietà si è offerta di pagare circa 250.000 per la sistemazione della strada. La sistemazione idraulica costituisce pertanto la condizione “”sine qua non”” per l’approvazione del P.d.R.». Il tutto parte nel 2003, quando il Consiglio Comunale aveva adottato un “Piano di Recupero di iniziativa privata” della Società FIL.GIUST. a firma dell’Ingegnere Uberto Coppetelli (perito in un misterioso incidente aereo), implicati nello scandalo di “Elbopoli”, «in funzione esclusiva del recupero del degrado esistente sotto il profilo del decoro urbano e per la riqualificazione socio-economica dell’area fronte mare da sempre considerata di particolare pregio e d’interesse». Dopo lo scandalo che coinvolse costruttori, progettisti, un giudice, due Prefetti e tecnici di amministrazioni pubbliche, la Fil.Giust. ha trasferito la proprietà alla Sunrise R.E. S.p.A. che, il 18/05/2007 ha richiesto la definitiva approvazione del PdR «riguardante la ristrutturazione e riqualificazione mediante il recupero con cambio d’uso di tipo residenziale della volumetria esistente, costituita da edifici in pessimo stato e degrado strutturale, fisico e funzionale tale da impedirne il potenziale utilizzo socio economico, ubicati in Località Costa dei Barbari». Il Comune di Rio Marina ha ottenuto l’approvazione definitiva del suo Piano Strutturale il 19/12/2005 ed ha confermato l’operazione Costa dei Barbari; il 25/07/2009 il Consiglio Comunale ha adottato il Regolamento Urbanistico (che quindi deve avere ancora i necessarie pareri definitivi). Infatti Legambiente nelle sue osservazioni al Regolamento Urbanistico adottato scriveva: «Piano di Recupero “Costa dei Barbari”. E’ stato inserito fra i Piani approvati definitivamente, ma quando è stato approvato il relativo PdR? L’intervento riguarda un’area già al centro di vicende giudiziarie e alla quale è stata data una destinazione residenziale che secondo noi presenta forti dubbi di legittimità». Il Piano rientra infatti nell’area delle Paffe, con una destinazione legata alla realizzazione del Porto Turistico, mai realizzato. Quindi il recupero delle strutture esistenti (ex discoteca) non poteva essere destinata a residenza ma a “ristorazione ed attrezzature per il tempo libero”. Inoltre Legambiente chiedeva: «Il Piano, ammettendo che fosse già approvato, è da considerarsi in via di realizzazione? E stato rilasciato il permesso di costruire per l’intervento? Da sopralluogo è stato verificato che non esiste alcun cantiere predisposto né cartello con inizio lavori. A nostro parere non può essere definito in “via di realizzazione”». Il Consiglio Comunale invece, dopo la Conferenza dei Servizi tra la Regione Toscana, la Provincia di Livorno e il Comune di Rio Marina ce il 22/10/2009 aveva approvato la verifica dell’adeguatezza alle finalità di tutela del paesaggio relativo al “piano di recupero di iniziativa privata”, da per concluso l’iter, tanto che Legambiente scriveva: «L’Italia è probabilmente l’unico Paese democratico dove si fanno conferenze dei servizi per favorire e velocizzare l’iter di progetti edilizi discutibili e finiti sotto inchiesta. A quanto pare ci sarebbero state delle prescrizioni che avrebbero portato il progetto originale da tre a due piani, ma il via libera rimane in tutta la sua gravità e in tutto il suo impatto paesaggistico e fa parte di quella politica cementificatoria di villaggi di seconde e terze case, di un modello turistico vecchio e superato che punta a stravolgere completamente la costa e le colline cavesi e riesi, trasformando addirittura in residenza alberghiera le vecchie tramogge del calcare delle Paffe». Ma c’è di più. La delibera del Consiglio Comunale aggiunge incredibilmente: «Preso atto: che il piano attuativo prevede la sostituzione di immobili di irrilevante valore storico, culturale ed architettonico, mediante un intervento di recupero della volumetria esistente assimilabile alla ristrutturazione urbanistica, con modifica della destinazione d’uso che non comporta riduzione delle dotazioni complessiva degli standard di servizi e consente altresì il recupero del degrado esistente; che gli edifici oggetto di sostituzione edilizia, oggi in completo abbandono, non rappresentano documento materiale della cultura locale né elemento significativo del paesaggio, non costituiscono risorse essenziali del territorio, sono posti in fregio all’area fronte mare da sempre considerata di particolare pregio e d’interesse sotto il profilo del decoro urbano e in passato sono stati adibiti a discoteca», ma poi lo stesso Consiglio Comunale si contraddice quando evidenzia «le note della Soprintendenza Archeologica della Toscana del 10/10/2001- Prot. 20423 e 17/06/2002 – Prot. 12983, con la quale …segnala l’importante interesse archeologico dell’area e quindi la necessità di controllo di eventuali operazioni di scavo che dovranno essere segnalati tempestivamente alla Soprintendenza…» . Infatti, a quanto si dice a Cavo, già durante i lavori di realizzazione del parcheggio della discoteca vennero alla luce muri perimetrali che furono prontamente ricoperti. Si tratto con tutta probabilità delle strutture della chiesetta medioevale di San Menna che R. Sabbadini, in “Nomi locali dell’Elba”, descrive così alla voce Bennato: «La chiesetta esisteva ancora nel 1904, naturalmente ricostruita, e io ricordo di averla veduta quando ne rimaneva ancora intatta una pozione del coro, rivestito all’esterno di bozze martellinate, che a mio giudizio risalgono al sec. XIV e presentavano grandissima somiglianza coi residui di San Lorenzo, l’antica Pieve di Marciana e Poggio». Secondo lo stesso Sabbadini, l’area della “Costa dei Barbari” e stata sicuramente abitata in periodo etrusco, e ci sono stati rinvenimenti di manufatti risalenti a quell’epoca e sarebbero state innalzate strutture abitative in epoca romana, come attesterebbero altri ritrovamenti, comprese monete coniate sotto l’imperatore Claudio (41 – 54 d.c.) ed una del 139 d.c. Reperti simili sono stati ritrovati in un’ampia area limitrofa a San Bennato. Le prime notizie dell’oratorio eretto in onore di San Menna risalgono al 1234, il suo nome nei secoli si trasformò in Mennato e poi Bennato. La chiesa è rintracciabile nella cartografia del 1840 che alleghiamo, tratta dalle mappe del Catasto Leopoldino che sono state utilizzate fino ai primi anni '30, quando venne istituito il catasto nazionale. Allora il Cavo era nel comune di Rio Elba e l'aggiunta in rosso “Marina” sul frontespizio avvenne nel 1882 al momento della divisione del Comune che assegnò Cavo al nuovo Comune di Rio Marina Legambiente Arcipelago Toscano chiede a Comune, Provincia, Regione e Soprintendenza di fermare questa operazione immobiliare molto discussa e discutibile e con un pesante retroterra urbanistico-giudiziario, che dovrebbe trasformare l’area in un villaggio di seconde case e di procedere invece preventivamente ad accurate indagini archeologiche sull’intera zona, prima e non dopo l’avvio di lavori di scavo e di costruzione che, come si è visto, nel passato non hanno tenuto conto dei reperti storicamente conosciuti.


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costa barbari chiesa romanica 1 mappa

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costa barbari chiesa romanica 2 oggi

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costa dei barbari cartografia intera

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costa dei barbari frontespizio cstssto

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