Come possono vivere insieme in Italia persone di altre popolazioni e culture? Se lo sono chiesti gli studenti della prima liceo classico dell'Isis “Foresi” di Portoferraio che hanno riflettuto sulla “Carta dei valori, della cittadinanza e della integrazione”. In questo sono stati aiutati dalla dott.sa Francesca Calafati della Prefettura livornese. L'incontro, che si è svolto nell'aula magna della sede del Grigolo, ha registrato un vivace confronto a partire soprattutto da problematiche concrete ed attuali. La Carta, sottoscritta nel 2007 e redatta da una commissione guidata dall'allora ministro degli interni Giuliano Amato (ne ha fatto parte anche l'esperto di Islam prof. Francesco Zannini che, nel 2006, incontrò studenti e cittadini a Portoferraio), è un insieme di principi e di valori che in piena armonia con la Costituzione fornisce un punto di riferimento per coloro che desiderano risiedere stabilmente in Italia. Come è noto, alle condizioni previste dalla legge, l’immigrato può diventare cittadino italiano. Per ottenere la cittadinanza nei tempi previsti dalla legge occorre conoscere la lingua italiana e gli elementi essenziali della storia e della cultura nazionali, e condividere i principi che regolano la nostra società. Vivere sulla stessa terra vuol dire poter essere pienamente cittadini insieme e far propri con lealtà e coerenza valori e responsabilità comuni. La dott.sa Calafati ha presentato in modo chiaro i principi fondamentali della Carta: centralita’ e dignita’ della persona umana sulla base dell’integrazione, uguaglianza uomo-donna in qualunque momento della vita sociale, diritto all’istruzione, diritto alla liberta’ religiosa, laicita’ dello stato. Tali principi trovano concreta applicazione nei seguenti ambiti: lavoro, salute, casa, famiglia e scuola. E' qui che si registra la capacità sia delle istituzioni e della società che delle persone immigrate (anche attraverso le loro rappresentanze) di affrontare con spirito costruttivo le difficoltà che via via si presentano. Anche se gradualmente, aumenta la consapevolezza che siamo di fronte ad un fenomeno di dimensioni mondiali che o si subisce o si affronta e governa. Il superamento positivo della conflittualità, nella direzione dell'integrazione e dell'intercultura, richiede che la bussola risieda nel riconoscimento della dignità della persona, dei suoi diritti e doveri. “Ogni persona – afferma la Carta - sin dal primo momento in cui si trova sul territorio italiano deve fruire dei diritti fondamentali, senza distinzione di sesso, etnia, religione, condizioni sociali. Ogni persona che vive in Italia deve rispettare i valori su cui poggia la società”. Senza dimenticare che “l´Italia offre asilo e protezione a quanti, nei propri paesi, sono perseguitati o impediti nell´esercizio delle libertà fondamentali”. Nell'ambito della formazione della persona e del cittadino, la scuola (sempre più multiculturale) non può trascurare le questioni relative al rapporto con la diversità, alle problematiche che ne scaturiscono, alla necessità di coniugare accoglienza e legalità, e, soprattutto, di difendere e promuovere la dignità umana. E' per questo che la Carta può essere un importante strumento per l'attività didattica proprio per il suo essere finalizzata ad orientare la convivenza tra culture diverse nel nostro paese, a diffondere una migliore conoscenza dei problemi dell’immigrazione e del multiculturalismo, a rendere consapevoli gli immigrati dei propri diritti e dei relativi doveri in tutti i campi.
bimbo africano occhi immigrati