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Quel materiale "sprecato" dal Parco, in realtà non era più utilizzabile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 11 febbraio 2010

In merito alle notizie apparse sulla stampa riguardanti un presunto spreco di materiale del Parco rinvenuto in cassonetti per la raccolta carta, il direttore dell’ Ente Parco ha rilasciato la seguente dichiarazione. ” Il Parco sta effettuando il trasloco della propria sede da Portoferraio all’Enfola e, come in tutti i traslochi, si fanno le pulizie del materiale obsoleto che è inutile trasportare e che non deve occupare inopportunamente spazio nei magazzini. Le scatole in questione infatti contenevano cartelline di eventi avvenuti nel 2006 e depliant del 2003 con nomi ed indirizzi ormai sbagliati e pertanto oggi non più utilizzabili. Tali materiali non potevano essere distribuiti al pubblico senza creare confusione e scorretta diffusione di dati. Per questo il prodotto stoccato non era più servibile se non come carta da macero. Si deve ancora aggiungere che le normative sulla sicurezza non consentono di superare un accumulo eccessivo di carta negli archivi per unità di superficie e, dovendo riordinare i depositi delle pratiche da conservare per la custodia di legge, si è proceduto alla selezione di giacenze inutilizzabili. Si tratta peraltro di un volume di modesta entità. Spiace vedere che questo genere di pretesti siano utilizzati per creare disinformazione e maldicenza nei confronti del Parco. Sarebbe più utile che l’attenzione pubblica fosse sollecitata sugli aspetti di reale trasparenza che non sul voyeurismo dei perdigiorno che fomentano mal di pancia piuttosto che ragionamenti. Le persone che additano allo scandalo, anziché occuparsi di rovistare tra i rifiuti dei cassonetti con compiacimento calunnioso, sarebbe molto più utile che si impegnassero decisamente a difendere i beni comuni dal vandalismo. Autocertificandosi paladini della trasparenza, potrebbero allora dare davvero una mano a scoprire come vanno in fumo i soldi pubblici se tocca continuamente ripristinare gli arredi delle aree di sosta o i cartelli dei sentieri tematici fracassati. Chissà perché queste ronde dei cassonetti non sentono alcun bisogno di farsi sentinelle dei sentieri ? Perché non sono in grado di esprimere una condanna per queste ignobili azioni e preferiscono il silenzio? Cosa può spingere a infuocare gli animi sul destino di residui cartacei non più utilizzabili piuttosto che impegnarsi per reprimere l’abbandono dei rifiuti? Sinceramente non riesco a comprenderlo e credo che siano in tanti a non capirlo!”


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