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Il giorno della protesta per i tralicci

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 10 febbraio 2010

Dopo aver ponderato come calibrare il nostro intervento su una vicenda complessa come quella dell'elettrodotto raccogliamo pienamente la richiesta del "Comitato" affidando ad un numero monotematico e "muto" il racconto di una giornata di civile impegno di tanti isolani affidandone la narrazione ad un giornale muto ma colorato dalle foto di Alex, Gianmario, Roberto, Roberto B, Stefano, Ugo che a loro modo urlano. Sono le facce ed i cartelli ritratti il miglior sunto di una manifestazione di sincera opposizione ad uno scempio residuale (non dimentichiamo mai che si era partiti da un'ipotesi di 144 piloni infissi sul territorio isolano) che resta comunque grave ed inaccettabile. Glissiamo sugli aspetti meno edificanti di questa storia, annessi protagonismi d'accatto di chi non si è mai interessato della vicenda ed oggi pontifica tentando di ergersi come un traliccio in cerca di visibilità, o peggio ancora se ne è occupato senza capire dove si andava a parare, cosa avrebbero prodotto gli accordi che si stipulavano. Siamo, lo diciamo senza mezzi termini, pessimisti sulle reali possibilità di fermare un treno che è partito e lanciato troppo in corsa, e che viaggia sui binari di una nuova normativa nazionale che (alla faccia del federalismo) svilisce ruoli e compentenze (e soprattutto decisionalità) delle comunità locali. Tuttavia la protesta è stata utile e giusta e non solo perchè come osservava Beppe Tanelli la speranza è l'ultima dea, ma anche per due altri ordini di motivi: in primo luogo per una giusta causa è opportuno impegnarsi anche se ci sono scarse probabilità di vincere, in secondo nulla è eterno e neppure i tralicci e se la partita dovesse vincerla la TERNA con la sua arroganza ce ne sarebbe da impostare un'altra, sul come tornare indietro. E questa vicenda nel suo complesso deve farci capire quali sono i ruoli ed i tempi giusti della partecipazione popolare che deve prevenire i guasti in luogo di stigmatizzarli. A marzo saranno passati sette anni e mezzo dagli atti di arroganza di Ageno e soci che chiusero il canile, la protesta fu imponente ma il canile non c'è più: quell'area (a dimostrazione della pretestuosità degli "ageniali") e rimasta inutilizzata ed ancor più degradata. Lo stesso dicasi per la mostruosa imbecillità ambientale in co-produzione Provincia-Comune che condusse, nello stesso periodo alla devastazione del Puntale dell'Acquaviva. Uno dei punti qualificanti del programma della prima giunta Peria recitava che nel 2009 alla scadenza della convenzione si sarebbero fatto sloggiare lor signori della telefonia, quella volta a protestare fu un mare di gente ma qugli osceni pipi ritti sbreccati inquinanti e ronzanti restano ancora là. mpariamo quindi d'ora in poi a manifestare preventivamente, ha più senso. La Manifestazione negli scatti di Gian Mario La Manifestazione negli scatti di Roberto, Roberto B, Stefano, Ugo