Torna indietro

Controcopertina: II° appuntamento del corso di Biowatching Arcipelago Toscano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 05 febbraio 2010

Seconda uscita per il corso di Biowatching. Questa volta nella valle di Pomonte alla ricerca di tracce. Come relatore ed esperto di turno per accompagnare i corsisti c’era il naturalista Franco Aceto, che la sera precedente aveva introdotto gli argomenti dell’escursione , ovvero gli anfibi, i rettili e le tracce (impronte, borre, escrementi, ecc). Di origine molisana e adottivo parmigiano Aceto è uno dei primi biowatcher italiani. La valle di Pomonte ricchissima d’acqua nasconde tesori naturalistici di grande importanza come la grande Felce florida (Osmunda regalis) testimonianza di piante antichissime presenti sulla terra. La “felce reale” risale infatti al periodo terziario e ha superato le glaciazioni del quaternario rifugiandosi in zone palustri meno fredde. E’ così arrivata ai giorni nostri e oggi la possiamo ammirare con orgoglio all’isola d’Elba. Grande visibilità sull’orrizzonte in direzione della Corsica e squarci di sole, nel fosso tanta acqua e intorno numerose tracce di cinghiali e mufloni, e altre meno vistose ma più interessanti come la martora, il riccio e il raro ghiro. Come ci insegna Francesco Mezzatesta non sempre si riesce ad identificare quello che si incontra, come un piccolo bruco da classificare, il suono metallico di un uccello non identificato, una felce che non si trova sul manuale. Nel gruppo si cominciano ad assimilare i concetti e i metodi del biowachting, le tecniche di osservazione, come e cosa annotare sul taccuino. Piano piano una piccola banca con annotazioni foto e filmati sta cominciando a prendere corpo. L’acqua la fa da padrona nella valle di Pomonte con cascate e ruscelli a formare slarghi e pozze. Qui si riproducono gli anfibi come rane e rospi e una miriade di invertebrati. Franca Zanichelli ci ha spiegato come osservando le diverse specie che vivono nel torrente, si capisca quanto l’acqua sia pulita e con grande orgoglio possiamo dire che le acque della valle di Pomonte godono di ottima salute. Un motivo di grande interesse in questo corso è che esiste un’elevata possibilità di scoprire e classificare delle forme di vita non ancora individuate nel nostro territorio. Naturalmente non poteva mancare l’osservazione degli uccelli e su segnalazione di Francesco Mezzatesta è stata osservata la gara di volo di uno Sparviere con un falchetto Gheppio o le acrobazie dei Corvi imperiali. Nella macchia Occhiocotto, Pettirossi e Cinciarelle si davano da fare nel conquistare spazi utili per nidificare la prossima primavera. Curiosa la scoperta di alcune Timarca, coleotteri appartenenti alla famiglia dei Crisomelidi che se disturbati si fingono morti o emettono emolinfa rossa con la funzione di scaccia-intrusi. Una breve grandinata, arrivata proprio quando si era nei pressi del magazzino del Galeazzi, è stata l’occasione per parlare delle attività agricole della valle, che fino agli anni settanta era quotidianamente frequentata dai contadini. Il progressivo abbandono dell’agricoltura iniziato a partire dagli anni sessanta, ha generato un eccezionale concentrato di habitat diversi, dai terreni più impervi e lontani dal paese, fino al fondo valle che ancora oggi, anche se in minima parte, è coltivato. Durante la discesa Franco Aceto ha raccolto e classificato il cadavere di una Passera Scopaiola e un topolino selvatico, per poi ritornare a Pomonte in tempo per godersi un tramonto infuocato sulla Corsica innevata. Alla prossima puntata!