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A quando un direttore d’orchestra ossia un ministro per i parchi?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 29 gennaio 2010

Lagambiente siciliana solleva in un recente documento una questione assai delicata per l’isola ( e non solo) dove sui parchi stanno accadendo cose davvero singolari. Va premesso che da anni la regione ha istituito importanti parchi regionali e molte riserve che vanno dall’Etna all’Alcantara. A Roma non è mai andato giù che non vi fosse anche qualche parco con il tricolore nazionale. E di tentativi ne sono stato fatti parecchi e da ministri diversi che hanno tentato con sortite mai felici e anche con qualche voto parlamentare inopportuno per sbarcare finalmente nell’isola. La regione ha resistito e si è opposta in nome anche di competenze che la Corte costituzionale – anche recentemente - non gli ha riconosciuto perchè esclusive della stato. Se in questo braccio di ferro c’è una cosa divenuta sempre più chiara è che la sola strada percorribile è quella di un confronto serio e di una collaborazione altrettanto seria senza incursioni notturne. Ma soprattutto –ecco il punto giustamente evidenziato da Legambiente- di pretendere di istituire parchi di comodo ( elettorale) per estensione e perimetrazione sia a terra che a mare. Se c’è un aspetto che non solo in Sicilia non è stato risolto è proprio quello del rapporto tra parchi terrestri e aree marine che il ministero ha considerati finora e continua a considerare cocciutamente (vedi le strambe proposte di legge che circolando al riguardo) piscine domestiche. Che poi in una regione dove a giudicare anche dalle cronache dei disastri recenti e meno recenti le cose da tutelare meglio non manchino né per Roma né per il governo dell’isola sarebbe bene fare degli interventi in campo ambientale non occasioni di rivincite o peggio elettorali. Detto questo va aggiunto che la situazione siciliana che ci auguriamo non si avviti in una contesa poco nobile evidenzia come meglio non sarebbe possibile lo stato di confusione del governo sui parchi. Mentre il ministro cerca di sbarcare costi quel che costi nella sua isola a Roma altri ministri ora hanno la brillante idea di abrogare per legge i parchi regionale (pensa gli effetti in Sicilia) e se deve rinunciarci per le giuste proteste nella sua visione federalista ignora totalmente il governo del territorio che riguarda i parchi, come i bacini idrografici e il paesaggio mentre qualcuno proprio in questi giorni pensando e lavorando per nuovi condoni come se buona parte dei disastri annunciati non dipendessero da questo malgoverno passato e recente. A quando un ministro dell’ambiente che sappia indicare e offrire qualcosa di meno incasinato e contraddittorio ai parchi e non solo a quelli siciliani?


sicilia mare

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