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Dove finiscono i RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche)?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 28 gennaio 2010

Dal primo gennaio è pienamente operativa la normativa nazionale (che recepisce quella comunitaria) sui cosiddetti RAEE, cioè quella categoria di rifiuti speciali che comprende tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche. La normativa attribuisce compiti e responsabilità. Ma è conosciuta e soprattutto rispettata?. Sinceramente non si direbbe, a vedere le centinaia di discariche abusive che abbelliscono il nostro paesaggio ed ...a sentire Autorità ed operatori (commercianti), molti dei quali cadono dal pero. Non parliamo poi dei consumatori del tutto inconsapevoli, allo stato, che i rivenditori sono “obbligati” a ritirare le attrezzature usate, quando se ne acquistano delle nuove, come nel caso dei televisori, delle lavatrici, dei telefonini, ecc., e spesso preferiscono la soluzione più comoda del cassonetto o, appunto, dell’abbandono in discariche abusive. Un biglietto di presentazione davvero pregevole per il nostro turismo! Gli utenti per la verità neppure sanno (a proposito della carente informazione) che al momento dell’acquisto ma anche quando viene emessa una fattura per lavori di riparazione (ovviamente non quando si paga in nero) versano un contributo per lo smaltimento dei RAEE e che i Comuni sono obbligati dalla legge a realizzare, da soli o consorziandosi, specifiche piazzole ecologiche, con speciali caratteristiche di protezione contro gli agenti atmosferici e per evitare infiltrazioni nel suolo. Eppure siamo di fronte ad una situazione che non è poco definire drammatica, anche per le più che probabili infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Infatti dai dati europei risulta che ad oggi solo il 30% dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ritorna ai produttori attraverso i sistemi di riciclaggio, il 12% finisce in discarica, il resto è raccolto a scopo di lucro da soggetti che spediscono illegalmente i rifiuti in Paesi terzi. Non si tratta di noccioline ma di milioni e milioni di tonnellate di rifiuti altamente inquinanti (spesso contengono mercurio,cadmio, cromo ed altre delizie) che aumentano annualmente con un tasso superiore al 5% e forse negli ultimi anni anche di più per la tendenza in atto a sostituire i vecchi televisori con i TV piatti o a cristalli, ad acquistare apparecchiature sempre più sofisticate, a cambiare sovente telefonino e computer, più spesso per moda che per reale necessità. Lo stesso vale per gli elettrodomestici che negli anni 50 duravano in media 10 anni ed oggi 3-4. Principali responsabili di tale carente situazione sono le Amministrazioni Comunali, specialmente quelle che non hanno ancora predisposto, con le modalità volute dalla legge, le Piazzole Ecologiche “dedicate” per i RAEE, quelle che non si sono attivate e non si attivano per fornire una adeguata informazione agli utenti, quelle che preferiscono la facile metodologia delle contravvenzioni per divieto di sosta e non perseguano i responsabili di gravi reati ambientali, quelle che consentono, senza alcuna vigilanza, o di fatto tollerandole, il proliferare sul loro territorio di discariche abusive. Come ha ricordato in un recente Convegno sulla materia il nostro Presidente On. Pino Lucchesi “c’è poi da stendere un velo pietoso, sul ruolo della nostra Regione e delle Province e di altri Organismi che non svolgono alcuna azione di coordinamento e di sollecitazione, dedicandosi spesso ad attività di mera propaganda, nella presunzione di avere una sorta di privativa sulle tematiche ambientali combattute, quando capita, soprattutto con divieti, salvo poi avallare intraprese di grande impatto senza colpo ferire, come anche accaduto di recente. L’ambiente –ha concluso Lucchesi- non ha colore, non è né verde né rosso e nemmeno rosso-verde; ed è solo dalla moralità delle scelte che dipende la sua salvaguardia. Questo in generale ed in particolare per la nostra Isola d’Elba” (foto dei Jens May)


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