Vorrei lanciare un appello agli elbani, in particolare ai portoferraiesi. Ogni giorno leggo sui blog, o sento dire in giro, una quantità incredibile di cose negative sul capoluogo elbano. Non sono contro le critiche in assoluto, ma almeno che siano costruttive e fondate. Mi sembra facile fare un elenco di quel che non va, seduti alla propria scrivania, spesso protetti dall’anonimato, senza pensare alla difficoltà di chi fa o prova a fare. Non credo che un’amministrazione abbia come obiettivo la morte del proprio paese e voglio credere che comunque, pur magari con mezzi e modi, che a volte si possono anche non condividere, il sindaco e i suoi assessori abbiano a cuore il futuro di Portoferraio. Futuro che si fonda su tanti aspetti che non sono solo la buca o il lampione spento. Credo che le difficoltà nell’amministrare un paese siano molteplici, che anche gli amministratori si scontrino con la burocrazia e con collaboratori comunali che magari a volte sono difficili da gestire. Penso al traffico. Sicuramente qualche cosa non va, ma certo la soluzione non è parcheggiare indiscriminatamente ovunque perché tanto le multe non vengono fatte. O alla raccolta differenziata. Non è colpa del sindaco se i portoferraiesi si ostinano a mettere i sacchetti fuori dai portoni senza bidoncini e un po’ a tutti gli orari. Penso che in ognuno di noi dovrebbe nascere la consapevolezza di essere un soggetto attivo, che può migliorare la propria vita e quella degli altri con piccoli gesti. Penso che i cittadini dovrebbero stare vicini ai propri amministratori (beninteso, di qualsiasi colore essi siano) e indicare loro la giusta via, invece di criticare senza guardare al proprio comportamento personale. Penso che sia come quando si va a vedere uno spettacolo teatrale: troppo facile, dire “che schifo” e bollare con un giudizio negativo una rappresentazione. Bisognerebbe invece pensare al lavoro che c’è dietro: un gruppo di persone che si è messo in gioco, ha ideato scene e dialoghi, per trasmettere emozioni agli altro. Ore e ore di prove e poi il doversi confrontare con un pubblico eterogeneo, sconosciuto, al quale far arrivare in maniera omogenea il proprio messaggio. Certo, lo spettacolo non deve piacerci per forza, ma credo sia doveroso rispettare gli artisti che si sono messi in gioco per noi. Le critiche feroci che spesso sento, come chiamare il paese Mortoferraio, credo che possano ferire, e molto, chi lavora per noi, e insegnano ai nostri ragazzi che basta criticare e poi si può fare quel che si vuole. Non voglio ovviamente fare di tutta l’erba un fascio, so che ci sono tantissimi portoferraiesi che si danno da fare in prima persona per creare un paese più bello e accogliente e a loro dico il mio grazie. Agli altri, a chi parla di Mortoferraio, vorrei dire basta, uniamoci per cambiare le cose, e mi ci metto in prima persona, aiutamo l’amministrazione invece di criticarla, perché so che Portoferraio non è morta, ma anzi, è il posto più bello del mondo! Proviamo a sostituire la critica con l’appoggio e la fiducia, credo che possa essere il modo di far andare meglio le cose.
portoferraio centro storico panorama