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USURA: IMPRENDITORE NAPOLETANO ARRESTATO DAI CARABINIERI - Colto in flagranza ed accusato anche di estorsione ai danni di un collega elbano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 gennaio 2010

Un noto costruttore elbano era finito nelle mani degli usurai: questa l’informazione con cui i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Portoferraio hanno iniziato le loro indagini, arrivando, infine, a denunciare in stato d’arresto, per usura ed estorsione, un altro impresario edile di origine napoletane da anni insediatosi all’Isola d’Elba. L’arresto, del 18 gennaio u.s., è stato convalidato nella giornata di giovedì scorso dal Tribunale di Livorno che ha anche disposto, per l’indagato, la custodia cautelare in carcere. Un momento di difficoltà economica della sua azienda, legato anche al momento di crisi che pure all’isola d’Elba è stato avvertito, ha fatto sì che il titolare di una delle più grosse aziende elbane di costruzione edile si dovesse rivolgere al mercato nero del denaro per tentare di mantenere a galla i propri affari. Il dramma del commercio, diviso tra pagamenti effettuati sempre in ritardo con notevoli difficoltà ad incassare le somme dovute per lavori già conclusi e dall’altra parte il bisogno di pagare i fornitori, che chiedevano garanzie per i materiali consegnati e i dipendenti, che a fine mese volevano vedere, giustamente, corrisposto lo stipendio, ha costretto l’imprenditore a rivolgersi a quello che credeva essere un amico e collega (il sessantenne Raffaele De Simone NDR), chiedendo un aiuto concreto per avere alla svelta circa 200.000 Euro e risolvere così tante situazioni problematiche. I patti però erano chiari sin dall’inizio: il prestito sarebbe stato accordato, ma a condizione che fino a quando il debitore non sarebbe stato in grado di restituire in un’unica soluzione l’intera somma di denaro, avrebbe dovuto versare poco meno di 15.000 Euro al mese, che a tutti gli effetti venivano considerati solo come interessi mensili. Il calcolo è presto fatto: alla fine di due anni di “pagamenti” la somma restituita ha praticamente raddoppiato il capitale ricevuto, ma tale esorbitante quantità di soldi non azzerava il debito iniziale, che restava ancora completamente sulle spalle della vittima. L’unico modo per liberarsi da questo incubo era quello di trovare il modo per restituire in un’unica soluzione quanto preteso, ma la fine sembrava non arrivare mai, anche perché con tali ingenti uscite di denaro le difficoltà economiche aumentavano di giorno in giorno e il destino dell’azienda era sempre più segnato. Anche l’usuraio aveva però percepito i problemi che la sua vittima stava incontrando, vedendo infatti arrivare il pagamento degli interessi sempre più in ritardo: per tale ragione erano cominciate a fioccare le prime intimidazioni. Che hanno assunto un tono più cupo quando il flusso di denaro si è interrotto definitivamente, non potendo più l’imprenditore far fronte agli onerosi e iniqui impegni. La paventata presenza di gruppi di persone del sud Italia che sarebbero state all’origine del “prestito” e che volevano indietro i loro soldi, nonostante le cifre già ricevute quale interesse, era la costante pressione esercitata sull’imprenditore elbano, che vedeva minacciata la sua famiglia e i suoi beni. Fortunatamente i Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Portoferraio avevano già avviato un’intensa attività informativa per scongiurare la veridicità delle voci che ormai si erano sparse nel settore, ovvero che qualcuno era “finito sotto usura” per opera di un gruppo meridionale. I militari hanno infatti avvicinato la vittima, che dopo un primo momento di paura ed imbarazzo, non ha potuto fare altro che accettare l’aiuto dell’Arma. Sono a quel punto bastati un paio di incontri tra la vittima e l’usuraio, monitorati dai Carabinieri e immortalati da un piccolo registratore portatile, per fornire gli elementi necessari a far scattare la trappola finale. Al successivo incontro l’imprenditore ha, infatti, consegnato al suo “creditore” un assegno in restituzione della somma originariamente prestata e mentre quest’ultimo si recava in banca per porlo all’incasso, sono intervenuti i Carabinieri dell’Aliquota Operativa che lo hanno arrestato di fronte all’istituto di credito.


Carabinieri in posa fuori portoferraio

Carabinieri in posa fuori portoferraio