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Un confronto emblematico quello fra Boccia e Vendola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 24 gennaio 2010

Caro Sergio, un commento dalla Puglia, dove oggi si svolge il primo round di un confronto che avrà conseguenze enormi per questa regione, con ricadute importantissime anche sul piano nazionale. Non ci poteva essere confronto più emblematico di quello fra Boccia e Vendola. Perché è il confronto, determinante, fra due politiche, due metodi, due prospettive che sono più che diverse: sono inconciliabili. Nonostante errori anche gravi (soprattutto sul tema dei rifiuti, una specie di maledizione per il centrosinistra, a quanto pare) e una fisiologica delusione che deriva da aspettative eccessive (un uomo non cambia da solo un intero sistema), non esito a dire che Vendola è di gran lunga non solo il miglior presidente di regione che ci sia in Italia, ma il miglior leader di tutto il centrosinistra. Sfido chiunque a trovarne un altro che abbia posto con chiarezza evangelica (quella invocata da Flores D'Arcais ad "Annozero") alcuni paletti fondamentali della politica vera, dimostrandola nei fatti. Prima di tutto, sul tema dei beni pubblici, a partire dall'acqua. Intanto il principio: mai più l'acqua affidata ai privati. E poi la sostanza: Acquedotti Pugliesi non esternalizza più niente, ha ripubblicizzato servizi importanti, è risanata nei conti ed efficiente nella gestione (le perdite dell'acqua). Idem sulle opzioni energetiche: Vendola ha detto che il governo dovrà mandare i carri armati se vuole costruire una centrale nucleare in Puglia (che già "esporta" energia grazie all'eolico). O sull'istruzione: Vendola ha finanziato tutto quello che la Gelmini ha tolto, dichiarando di avere semplicemente rovesciato i suoi criteri (lei ha "premiato", con la bugia del merito, pochi atenei più solidi e ricchi nelle aree del nord già avvantaggiate; Vendola, appunto, ha fatto l'esatto contrario, riuscendo fra l'altro ad aprire, in tempi di crisi, 117 nuovi asili nido). Tutto ciò ovviamente non sfugge a D'Alema e compagni. Politici che vivono nella mediazione permanente, nell'ambiguità totale dei contenuti, in nome di un pragmatismo che è solo ricerca di potere fine a se stesso, accettato solo con l'incubo perenne di una destra a cui si assomiglia ogni giorno di più. Ergo, non conta quanto è stato fatto in questi 5 anni (e che avrà ricadute soprattutto nel lungo periodo); conta allearsi con l'UDC per garantirsi la vittoria alle regionali, non importa come, non importa con quali contenuti, con quali idee, non importa niente. La loro unica prospettiva sembra un'eterna ripetizione degli scenari degli ultimi 15 anni, che, fra vittorie e sconfitte, ci hanno portato ai livelli tristissimi di oggi. Se stasera vincerà Boccia, la Puglia avrà soltanto anticipato il suo suicidio, a prescindere dalle elezioni di marzo. Se Vendola invece vincerà le primarie e pure le regionali, possiamo essere certi che l'Italia di sinistra (e non solo) avrà trovato il leader che tanti invocano dai tempi del Gatto e la Volpe (Veltroni e D'Alema, 1994).


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