Il WWF esprime apprezzamento per il documento sul nucleare, e in particolare sul decreto legislativo per individuazione dei siti, approvato oggi a conclusione dell’incontro degli assessori all’Ambiente delle Regioni. Il decreto in questione, ancora in itinere con la richiesta dei pareri della Conferenza Stato-Regioni e del Parlamento, non ha sanato la frattura apertasi con la limitazione delle competenze regionali su una materia riconosciuta alle Regioni dalla Carta Costituzionale, frattura che ha portato 11 Regioni a presentare ricorso alla Corte Costituzionale. Significativo il fatto che la linea contraria alle modalità di individuazione dei siti trova l’appoggio anche di Regioni governate dal centrodestra, denunciando la difficoltà di applicare nella realtà del Paese una scelta, quella del nucleare, meramente ideologica e affaristica, che non scaturisce da una precisa analisi e strategia. Il decreto prevede, tra l’altro, la definizione di un documento programmatico, la “Strategia del Governo in materia nucleare”, nel quale si indicheranno la consistenza degli impianti nucleari da realizzare, la relativa potenza complessiva e i tempi attesi di realizzazione e di messa in esercizio degli stessi, valutando il contributo dell’energia nucleare in termini di sicurezza e diversificazione energetica. Tale documento dovrebbe essere parte integrante della strategia energetica nazionale che però, al momento non esiste, pur essendo stata annunciata entro il giugno 2009. “Il futuro dell’energia è nelle rinnovabili, non certo in una fonte come il nucleare che pone problemi economici, sociali e di sicurezza, oltre che ambientali – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Il nucleare costa troppo, non è sicuro, è una sciagura sotto il profilo ambientale e, soprattutto, la maggioranza degli italiani non lo vuole. Vedremo quale candidato Governatore avrà il coraggio di presentarsi alle elezioni dichiarando la volontà di ospitare una centrale nucleare sul proprio territorio, e soprattutto se tale candidato verrà eletto. Sottrarsi alla volontà popolare, espressa nei referendum del 1987 e mai davvero cambiata, sarà oltremodo difficile, nonostante il Governo addirittura stanzi dei soldi per fare propaganda e ‘convincere’ i cittadini, facendosi ancora una volta portatore degli interessi delle grandi aziende energetiche”
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