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Assolto L'ing. Caselli del Comune di Campo nel giudizio per l'area PEEP Bovalico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 17 gennaio 2010

Il tribunale di Livorno, con sentenza pronunciata in questi giorni, ha mandato assolto l’ing. Luigi Caselli, già responsabile dell’Area tecnica del Comune di Campo nell’Elba, nel processo relativo al Bando di gara per l’appalto dell’Area PEEP del Bovalico. L’accusa faceva riferimento all’art. 353 c. p., ovvero “turbata libertà degli incanti”, e voleva l’ing. Caselli in concorso con l’allora assessore all’Ambiente e ai Lavori Pubblici Enrico Graziani, per il quale il processo si svolge separatamente per motivi procedurali. L’assoluzione è stata pronunciata, come si dice, “con formula piena”. Il processo è scaturito da un esposto di Franco Lotano in data 6 febbraio 2003, e ha visto la costituzione di parte civile della società Costruzioni Ferrini s.r.l. con sede in Portoferraio. Ancora una volta un processo intentato a uno stimato professionista si conclude con una sentenza assolutoria. Sembra quasi che la sua vera “colpa” fosse quella di essere investito della responsabilità dell’Area tecnica di un Comune che in un certo momento si è voluto porre al centro di un uragano giudiziario (dieci processi) per motivazioni che inducono l’impressione di afferire più alla lotta politica che alla giustizia, e che approdano a soluzioni che sembrano confermare tale impressione. Giova ripetere che la sentenza di assoluzione risarcisce il senso di giustizia, ma non può riparare il danno all’onorabilità e al prestigio professionale inferto dall’accusa infondata, stante la risonanza presso l’opinione pubblica del “rinvio a giudizio” rispetto alla pronuncia del giudizio a distanza di gran tempo dai fatti. Né l’eventuale risarcimento della parte civile soccombente potrebbe compensare il danno economico subito. Di qui scaturisce la presente comunicazione alla stampa: per dire del processo conclusosi -come tutti quelli finora conclusi- con l’assoluzione dell’ing. Caselli; per affermare che, con i suoi tempi, la Giustizia fa il suo corso; per ribadire che -con il peso personale e politico che gli eventi, di cui il presente è solo esempio, hanno scaricato sulle spalle di chi ha dovuto subirli- resta fermo il desiderio -di contro al trend corrente- di veder celebrati tutti i processi. Con la fiducia, confortata dall’esito di quelli conclusi, di veder riconosciute le ragioni dell’onestà e della dignità.


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