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Controcopertina: Dibattito al Cerboni: Solidarietà o razzismo?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 16 gennaio 2010

“L’Italia è razzista?”: questo l’impegnativa tematica affrontata stamani da studenti e adulti nell’Aula Magna dell’ITCG Cerboni, in una sala affollata e attenta. L’incontro era organizzato dal Circolo Culturale Sandro Pertini, fondato da Stefano Bramanti, per discutere e commentare i risultati del primo Forum dei Giovani, diretto dalla studentessa universitaria Virginia Campidoglio. Il dibattito era programmato da tempo, ma i gravi episodi di cronaca di questi giorni l’hanno reso particolarmente opportuno e tempestivo: un’occasione da non perdere, insomma, anche perché sull’argomento era invitato a esprimersi il sociologo Raffaello Ciucci, docente dell’Università di Pisa. Dopo il saluto della Dirigente Scolastica, Grazia Ceccherini, ha parlato l’Assessore alla Cultura del Comune di Portoferraio Jessika Muti e, in rappresentanza dell’Arca, la cooperativa per l’integrazione degli immigrati, Rosella Barbetti. Tutti gli interventi hanno sottolineato il valore dell’integrazione e dell’accoglienza, invitando a vedere negli stranieri persone a cui dobbiamo riconoscere dignità e valore, perché essi fuggono da situazioni di grande precarietà materiale, morale e politica o da guerre civili e arrivano nel nostro Paese spinti dal desiderio e dalla speranza di una vita migliore per sé e i propri figli: la fame di pane e di democrazia non ha confini. E’ quindi nostro dovere ospitarli e vedere in loro un’occasione di crescita culturale e umana, oltre che economica, perché senza il loro prezioso lavoro agricoltura e industria entrerebbe in crisi. Ci è stato ricordato che per un secolo anche noi Italiani siamo stati emigranti e abbiamo patito umiliazione e discriminazione; oggi che l’Italia, pur con tutte le sue difficoltà, è nel novero dei Paesi più sviluppati, dobbiamo evitare le trappole del pregiudizio e della paura dell’altro da noi. Il prof. Ciucci, nel commentare il risultato del Forum, ha rilevato, nella maggior parte delle risposte, un atteggiamento difensivo: si negava d’essere razzisti, quasi che la parola fosse troppo forte, fuori luogo. Eppure lo si è ogni qual volta neghiamo all’altro la stessa dignità che rivendichiamo per noi. La società in cui viviamo è e sarà sempre di più multiculturale: la scelta è tra l’arroccamento, destinato a fallire, in una cittadella assediata, che esclude e rifiuta, e l’apertura, la disponibilità a vivere nella condivisione e nel rispetto reciproco. Toccanti sono state le testimonianze di stranieri che vivono all’Elba e che hanno, tra l’altro, invitato a considerare come la necessità di spostarsi e quindi diventare ospiti di un luogo diverso dall’abituale possa capitare a tutti, compresi gli studenti elbani che vanno all’Università. Per questo occorre andare incontro e non contro chi viene da noi. L’ultima riflessione del professore ha riguardato i fatti di Rosarno dove un picco di concentrazione immigratoria si è legata ad un massimo di sfruttamento e degrado, con l’aggravante della capillare presenza mafiosa sul territorio. Durante il dibattito è stato premiato un nostro allievo, Enrico Lupi, della V A Igea, per la sua assidua partecipazione alle iniziative del Forum dei Giovani, che è intitolato alla memoria della giornalista del Tirreno, Luana Rovini, prematuramente scomparsa e di cui era presente la madre. L’incontro si è concluso alle 13, ma sarebbe potuto continuare ancora, tanto era quello da dire e da ascoltare. Ci auguriamo che simili iniziative, per il loro alto valore culturale e umano, possano essere ripetute in un prossimo futuro per sensibilizzare sempre più i nostri giovani a essere autentici cittadini del mondo, contro tentazioni e derive xenofobe e razziste. Da parte mia, che ho sempre cercato, insieme all’Italiano e alla Storia, di trasmettere valori di solidarietà, l’invito a guardare negli occhi, quando li incontriamo, questi nostri fratelli: leggeremo nel loro sguardo fiumi di parole non dette. A loro, in particolare agli Africani, dedico questi miei versi: Le vostre dune e piste di deserto i vostri alberi e erbe di savana i vostri cieli di fuoco e d’ambra fusa il vostro tamburo di sole sopra il capo: questo vedo nel vostro sguardo perso oltre il gran mare che tanti ne ha inghiottito. E le gazzelle in corsa le mandrie incalzate dalla sete il sangue che condisce il fango dei villaggi sconvolti dalle guerre e la fierezza che vi è sorella anche quando bussate carichi di merce e di fatica alle nostre case calde e inospitali e non vi lamentate: questo grida il vostro sguardo scuro come la notte e il dolore.


bimbo africano occhi immigrati

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