Con 310 mila immigrati rilevati al 1 gennaio 2009, la Toscana è la quinta regione in Italia per incidenza di stranieri sulla popolazione in generale. In altre parole gli stranieri sono l'8,4% della popolazione residente (in crescita gli arrivi dai paesi dell'Est europeo di recente ingresso nell'Unione, mentre rallentano gli arrivi dalle Filippine e dal Marocco come pure i flussi dalla Cina). Ancora più significativa la percentuale di occupati di origine straniera, che rappresenta il 9,4% del totale della forza lavoro. «Non è un caso – osserva l'assessore all'istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini - se la crescita occupazionale, almeno fino al 2009, è stata in buona parte legata anche all'inserimento nel mercato del lavoro delle presenze straniere. A partire dal 2009 però, il ritmo di crescita ha subito una b attuta di arresto: il lavoro degli immigrati è stato particolarmente penalizzato dalla crisi perché oggettivamente, più debole. Il tasso di disoccupazione dei lavoratori stranieri è salito nel 2009 al 10%. E' per questo che dobbiamo proseguire e rafforzare l'impegno per l'integrazione, perché non possiamo, specialmente in una fase come questa, rinunciare ad un apporto che appare sempre più indispensabile per assicurare l'alto livello di benessere sociale della nostra società. Ma non è tutto. Il loro contributo allo sviluppo e all'economia della nostra regione è irrinunciabile anche in termini di previdenza sociale , perchè serve anche il loro concorso per garantire un futuro a tutti i lavoratori". Simoncini ha anche avvertito dell'importanza dell'integrazione sul piano sociale. "Non possiamo ignorare - ha detto - i gravi rischi di tensioni, che possono portare a fatti acuti, come quelli, dram matici, accaduti anche in questi giorni . Non bisogna poi dimenticare che per alcuni di questi lavoratori, la perdita del posto di lavoro comporta la perdita di una autorizzazione legale al soggiorno nel nostro paese». Sono alcuni degli elementi sottolineati dall'assessore a partire dall'annuale rapporto Irpet sul lavoro degli immigrati, realizzato per conto del settore lavoro della Regione. Il rapporto, oltre a fare il punto sui numeri, prende in considerazione i vari fattori che determinano lo svantaggio dei lavoratori stranieri, in particolare la precarietà del rapporto di lavoro, lo spreco di talenti, la sottoccupazione e la frammentarietà delle carriere. Il dato più eclatante, secondo gli esperti, è la segregazione occupazionale, che confina spesso il lavoratore straniero in settori lavorativi poco qualificati a prescindere dal titolo di studio. L'assessore, riprendendo i punti salienti della ricerca, ha ricordato le inizi ative a favore dei lavoratori immigrati, iniziative che si inseriscono nel quadro delle politiche per il sostegno delle componenti più svantaggiate del mercato del lavoro e che puntano molto sulla formazione, un fattore essenziale per migliorare la qualità e la sicurezza del lavoro degli stranieri. Fra gli strumenti a disposizione la carta ILA (Individuale learning account), una prepagata per la formazione mirata. In cantiere, anche un progetto che punta a qualificare il lavoro delle badanti, aiutando molte di loro a farsi riconoscere il titolo di studio eventualmente conseguito nel paese di origine.
Immigrati per favore