Ogni tanto, quando il gioco vale la candela, pure noi ci molliamo alla via di giù dai nostri possessi della Sghinghetta-Val di Denari per raggiungere il centro ferajese. Stasera non ci siamo pentiti di averlo fatto, visto che è stata l'occasione per assistere ad uno divertentissimo "concerto" della Banda Osiris ai vigilanti, con quattro musici che hanno dispensato ad un folto pubblico la loro totale, surreale, geniale, irriverente follia artistica, in un frullato di musica da camera eguita con gli ottoni e marcette circensi, simulazioni di accoppiamenti osceni e raffinati accenni ai mostri sacri della musica in un sabba senza una pausa durante il quale i quattro musici muovendosi negli stretti spazzi del palco hanno macinato i chilometri di un centrocampista in una partita di calcio, eseguendo ora Mozart ora una Stand By Me (Pregherò - nella versione celentanea) cantata in latino con la beata innocente trasgressività di un bimbo discolo che scandisce una parolaccia e si mette le dita nel naso. Usciti contenti, dottamente ragionavamo con la consorte nostra sul modello di comicità esplicitamente riferita alla fisicità al sesso ed ai volgari umori corporali di cui è sconveniente parlare, giungendo a citare il proto-pulcinellesco Maccus delle Fabulae Athellanae, quando siamo arrivati all'Angolo Bar pieno di ragazzi vacianti e incrociando piacevolmente diversi amici. Un bicchiere di ottimo vino rosso migliorava ulteriormente la lieta serata e infine ci apprestavamo a recuperare l'auto lasciata all'Alto Fondale, passando per la Porta a Mare e ... ZAC! di colpo tornavamo a Mortoferajo affacciandoci su una Calata Mazzini spettrale buia senza una vetrina illuminata in a basso, con pochissime finestre illuminate in alto, una calata deserta, oscenamente scandita dai quattro deturpanti gabbioni vitreo-metallici la cui realizzazione probabilmente in nessun paese del mondo che non fosse macondoferajo sarebbe stata autorizzata sui marciapiede di una unica ed irripetibile Darsena. La calata da traversare, come orribile vuoto, in apnea, dalla Porta a Mare fino alla sacca di esistenza e resistenza umana del nuovo locale aperto da Andrea alla Punta del Gallo. La Calata - abbiamo pensato - come grigia metafora del grigio immobilismo mortoferajese e della sua classe dirigente economica, amministrativa, politica o meglio un nocciolo di una classe non dirigente replicante, pigra, lamentosa, senza fantasia e con poca voglia di impegnarsi, inerte anche mentre le mosche gli mangiano il pipo. Ci è venuto a mente Arancia Meccanica e il ricondizionamento psichico del delinquente costretto a udire pergiorni la stessa musica accoppiata con la visione di immagini orribili ecco ... senza arrivare a tanto i maggiorenti ferajesi d'ogni risma andrebbero rinchiusi ai Vigilanti e costretti ad ascoltare le follie musicali della Banda Osiris per una settimana. Forse imparerebbero ad uscire dagli schemi, a inventare la politica, a rischiare, sperimentare, perché della loro inarreggibile SOL-FA non se ne può davvero più. Forse riuscirebbero a farsi contamininare da una insania che comunque è valida alternativa di fronte al pericolo di morte per esplosione di palle. (foto di Enrico Gambelunghe)
banda osiris